giovedì 22 gennaio 2015

UCRIA CITTA’ DEI… LUOGHI SACRI - Salvatore Lo Presti –


UCRIA CITTA’ DEI… LUOGHI SACRI
- Salvatore Lo Presti –

Il luogo di culto di cui tratteremo in questa prima uscita di questa rubrica sarà quello più importante e cioè il nostro bellissimo duomo ovvero la Chiesa S. Pietro Apostolo meglio conosciuta come Chiesa Madre.
La Chiesa Madre è sita nel cuore del centro urbano, all’inizio della via Rosario Baratta, adiacente al quartiere Famiglia. Non si hanno notizie circa la data della sua prima costruzione, tuttavia si ritiene che essa risalga a tempi antichissimi, e forse ai primi anni del Cristianesimo. Quella originaria doveva essere diversa dall’attuale, che risale ai primi anni del 1600. Su una delle pietre che compongono il muro del lato sinistro (lato Nord), infatti, vi è incisa la data del 1625.
Occupa un’area complessiva di mq. 1.100 circa. Il suo interno misura una lunghezza di ml. 37 e una larghezza di ml. 20 circa.
Dal lato Est, vi è la porta principale che generalmente viene usata nelle grandi occasioni e durante le feste principali, per il transito delle “Vare”.
Il portone di pietra dell’ingresso principale è riccamente ed abilmente lavorato. Ai due lati vi sono incavate n. 4 nicchie (due per ogni lato), in atto vuote. Vi sono inoltre due magnifiche colonne di pietra (una per ogni lato), poste su pilastrini e sormontate da capitelli di stile corinzio.
Sul frontone del portone vi è scolpito uno stemma raffiguranti due grosse chiavi incrociate (chiavi del “Regno dei Cieli” affidate a S. Pietro).
Tutto il lato Est è chiuso da una cancellata di ferro. Mediante numerosi scalini si può superare il dislivello che c’è tra il piano stradale e quello del portone.
Nel lato Nord vi è il portone secondario, attraverso il quale abitualmente si svolge il transito, nel cui frontone soprastante vi è incisa la seguente scritta:
“TEMPLUS DIVI PETRI 1636 LAPIS INYURIA FRANCITUS ANNO 1840 INTEGRATUS”.
La chiesa è di stile rinascimentale. Il suo interno è composto da tre navate; è molto ampio ed è decorosamente sistemato. La navata centrale, che ha un’altezza di metri 12 circa, poggia su archi a tutto sesto, sorretti a loro volta, da 8 colonne di pietra, snelle ed eleganti e da 4 magnifici pilastri di pietra intagliata. Ogni colonna è composta da un unico pezzo, che poggia su una base cubica ed è sormontata da un bellissimo capitello di stile corinzio. N. 10 ampie finestre disposte 5 per ogni lato, ed altre nella parete dal lato Est, illuminano ampiamente l’interno della chiesa. Per la illuminazione elettrica dell’interno vi sono inoltre appesi al soffitto numerosi lampadari di cristallo a forma di ninfea.
Entrando dalla porta principale si passa sotto una impalcatura di legno, alla sommità della quale si accede mediante una scaletta a chiocciola. Ivi dal 1912 vi è sistemato un magnifico organo che ha un suono dolcissimo, e che fino a poco tempo fa, durante i riti religiosi e la celebrazione dei matrimoni, diffondeva, attraverso la chiesa, dolcissime note. L’organo è stato restaurato nel 2010 per volere della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Messina dalla ditta Arte Organaria di A. & A. Bovelacci.
Nel lato sinistro di detto portone vi è una tomba di marmo bianco, riccamente lavorata, che poggia su due leoni di marmo color marrone. È sormontata da uno stemma gentilizio raffigurante nel lato superiore sinistro un albero con radici nude e nella parte inferiore sinistra un toro affiorante dalle onde marine.
Nel lato destro del portone principale vi è un fonte battesimale di marmo, a fianco di questo vi è il portone secondario, ed immediatamente dopo vi è un altare in muratura su cui, una magnifica statua di S. Pietro, dimora da secoli. Detta statua è di legno ed è coperta con un manto di colore marrone, e tiene alcune chiavi nella mano destra. Essa è antichissima, di autore ignoto, ed il suo stato di conservazione è tutt’ora ottimo.
Segue, sullo stesso lato, un grande Crocefisso che lascia scoprire una profonda espressione di dolore e di pietà. È raffigurato con la pelle di colore scuro e parte del corpo è ricoperta da un manto blu. Le sue ferite, specie quella dei ginocchi, impressionano e commuovono. L’opera è di legno e se ne sconosce l’autore. Dietro il Crocefisso vi è una magnifica tela, pure di autore ignoto, che raffigura la Madonna circondata da molti Angeli, i quali piangono la morte di Gesù.
Di fronte al Crocefisso vi è un magnifico pulpito costruito in cemento armato. A fianco di esso vi è un confessionale di legno.
Le tre navate concludono nel transetto contenente le 3 absidi sul lato Ovest e 2 altari (1 dal lato Nord e l’altro dal lato Sud) Dal lato Nord l’altare fiancheggiato da due colonne contiene due statue una raffigurante “l’Immacolata Concezione” e l’altra che fa vedere “San Giuseppe che tiene per mano Gesù bambino”, di autore ignoto.
A fianco dell’altare appena accennato vi si scorge una tomba di marmo bianco, posta su due leoni di marmo marrone.
Nella rimanente parete vi è un magnifico quadro a olio delle dimensioni di m 1,50 x 2,00, raffigurante S.Antonio Abate, con un libro sotto il braccio sinistro.
Nel lato Ovest nell’abside di destra vi è un primo altare in muratura rimasto rustico, su cui vi dimora da lungo tempo la statua in marmo bianco di Maria SS. della Scala.
Nell’abside centrale entro un magnifico cappellone viene conservata la statua del Signore della Pietà. Nella cupola dell’abside, fino all’anno 1958, epoca in cui la chiesa subì profondi restauri, vi era raffigurato il Padre Eterno dimezzo ad un cumulo di nuvole, con le braccia aperte, in atteggiamento di invitare gli Ucriesi a rifugiarsi nel suo regno. La figura ad Olio del Padre Eterno misurava metri 6 x 10, circa.
Il cappellone è fiancheggiato da quattro colonne. Nella parte alta è raffigurato il Trono di Dio. Quattro magnifici angeli disposti a forma di corona, sorreggono uno stemma gentilizio. A sinistra della cappella vi è scolpito un bellissimo angelo intento a mostrare le vesti delle quali fu spogliato Gesù (Sacra Sindone).
Tutto il cappellone è riccamente dipinto in oro. Ai piedi del cappellone vi è l’altare maggiore, ampio e decoroso, ricoperto da un magnifico antialtare, riccamente ricamato in oro. A destra di detto altare vi è scritto: “ERECTA 1685”.
Ai due lati dell’altare vi sono due sedie gestatorie, le quali lasciano un ampio spazio che serve per l’accesso nella parte posteriore del cappellone, da dove una porticina consente l’uscita all’aperto.
Nell’abside sinistra invece vi è un bellissimo altare rivestito di marmo bianco riccamente intarsiato. In esso vi si conserva il SS. Sacramento, da secoli perpetuamente illuminato da due lampade d’argento, alimentate ad olio.
Dopo l’altare maggiore, l’altare che meglio risulta arredato è quello esistente nel transetto sul lato Sud. Nel suo interno vi è un magnifico pannello ligneo riccamente e abilmente intarsiato, da mano ignota. Il pannello è contenuto tra due colonne di pietra, alla sommità delle quali vi sono scolpite figure varie ed angeli. In alto vi è posto uno stemma di pietra raffigurante un leone rampante; a centro di detto stemma vi è scritto: “ALTARE PRIVILEGIATUM”.
Sull’altare vi è posta una bellissima statua di marmo raffigurante la Madonna della Grazia col bambino in grembo, in atteggiamento quasi di pianto. Essa è di autore ignoto ed è in ottimo stato di conservazione.
Nella navata laterale a Sud, nell’altare che segue vi è posta la statua di S. Francesco d’Assisi, intento a contemplare il Crocifisso. È un’opera in carta pesta di Luigi Gualcì, di Lecce. Nel marmo antistante l’altare vi si legge: “PAX ET BONUM”. A fianco dell’altare vi è la porta d’accesso alla sacrestia. Sulla parte alta della porta vi è un quadro raffigurante la Madonna della Lettera, padrona di Messina, col piccolo Gesù in braccio, sul cui capo due angeli sono intenti a collocare una corona di fiori.
Segue un altro altare la cui parte superiore è rustica mentre la parte inferiore è ricoperta con marmo grigio. Su di esso vi è posta la statua del Sacro Cuore di Gesù, ai cui piedi vi sono due angeli. L’opera, che è di gesso, è dello scultore Luigi Santifaller di Ortisei (Bolzano).
A fianco di predetto altare vi è un piccolo quadretto di S. Rita, ed a fianco a questo una nicchia ai piedi della quale vi è un altare rimasto rustico. Sopra il predetto altare vi è posta la maestosa immagine della Madonna del Rosario, ai piedi della quale vi è scritto: “AVE MARIA”.
La statua , che è di autore ignoto, è di cartapesta e sotto di essa vi sono le statue di S. Domenico e di S. Caterina. Vi è inoltre un’altra statuetta di S. Antonio di Padova, intento ad offrire pane ad un poverello. L’opera è di gesso ed il suo autore è Ferdinando Stufflessar.
L’ultimo altare esistente dal lato Sud è interamente ricoperto con pregiato marmo di vari colori. Su di esso vi è posta la statua dell’addolorata, di grandezza quasi naturale, con un pugnale immerso nel petto. L’opera, che è di cartapesta, è dello scultore Luigi Guaccì di Lecce.
Sotto il livello del pavimento vi era un vastissimo ossuario, dove venivano tumulati i defunti, alla rinfusa, fino alla istituzione dei cimiteri.
Il soffitto ligneo è sostenuto da capriate palladiane e puntoni nella navata centrale, e da mezze capriate e puntoni nelle 2 navate minori. Al centro del soffitto ligneo della navata centrale, vi è riprodotto l’effigie del Signore della Pietà.

IL SIGNORE DELLA PIETA’ PROTETTORE DI UCRIA

La chiesa Madre di Ucria, sin dalla sua originaria costruzione risalente probabilmente agli albori del Cristianesimo, fu dedicata a S. Pietro Apostolo, in onore del quale per molto tempo si organizzarono riti religiosi e festeggiamenti. Più tardi, però, in epoca imprecisata, col sopraggiungere della statua del Signore della Pietà in Ucria, la maggiore attenzione e la più profonda devozione si spostarono su quest’ultimo, trascurando la devozione verso      S. Pietro.
La data sotto la quale la statua in parola raggiunse Ucria è assolutamente ignota e perciò si fa strada la leggenda, secondo cui in tempi remotissimi, la statua stessa, partita da lontano, giunse in Ucria, da dove avrebbe dovuto proseguire per altri luoghi. Ma giunta dove oggi sorge la chiesa Madre, per divina volontà, volle fermarsi e rimanere sempre per INDICARE AGLI UCRIESI LA VIA VERSO IL CIELO. Nella medesima vi è infatti scritto testualmente: “UCRIAE SPES, VITA, SALUS, PIETATIS, IMAGO: HIC PEREGRINA SEDENS PANDIT AD ASTRA VIAM”.
Il Signore della Pietà è raffigurato in una statuetta di modeste dimensioni con la pelle bronzea, a somiglianza della statua della Madonna del Tindari. L’opera è in legno e di autore ignoto. Dietro di essa vi è una croce, nel suo lato destro vi è una colonna e nel lato sinistro una scala. Sulla scala vi sono appese un paio di tenaglie un martello e tre chiodi. Vi sono appoggiati ad essa, inoltre, lo scettro ed una lancia, ossia, gli oggetti che servirono per la crocifissione di Gesù. Le sue mani sono legate e sul suo capo poggia una corona di pungentissime spine. Il suo atteggiamento esprime dolore e pietà. La data, il luogo e il modo come sia stata offerta ad una così leggendaria e secolare devozione si sconoscono, si ritiene però per certo che il simulacro sia pervenuto dall’Oriente, così come lo lasciano indovinare i lineamenti bizantini e il colore bronzeo del viso. Il materiale impiegato (legno), ci dice che la data di costruzione debba essere antichissima, se si tiene conto che l’arte pagana scolpiva legno le sole parti visibili che non venivano coperte con manto o vesti, mentre le parti nascoste venivano lasciate nude, o soltanto abbozzate. Poiché e fuori dubbio che la statua è cristiana, raffigurando Gesù Cristo legato alla colonna e incoronato di spine, questa deve ritenersi risalire al trapasso religioso avvenuto nella stessa epoca artistica, o durante la dominazione bizantina (535-827).

IL CAMPANILE DELLA MATRICE

Il campanile della matrice è di recente costruzione e di stile moderno. Sorge su un’area quadrangolare ed è sito nelle immediate adiacenze della Matrice, da cui si accede per mezzo di una ripida, stretta e scomoda scaletta di ferro e di una passerella che unisce la matrice al campanile.
La costruzione risale al decennio 1920-30. La sua base misura una superficie di mq. 36 circa, ed un’altezza di mt. 20 circa. La torre campanaria, da cui si scorge un magnifico panorama, è provvista di n. 4 campane di diverso diametro.
Sulla stessa torre campanaria vi sono istallati degli alto-parlanti, attraverso i quali la voce dei religiosi, e i loro appelli si possono diffondere e giungere agli orecchi dei fedeli.

Il campanile termina a forma di cono. Dal lato Est della facciata esterna del campanile, all’altezza di mt. 8 circa, nell’anno mariano 1954 fu collocata, entro una cappellaccia, una bellissima statuetta dell’Immacolata Concezione, ai piedi della quale vi è scritto: “AVE MARIA”.

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