martedì 25 novembre 2014

“RICETTE” PROGETTUALI - Maria Scalisi -


Benessere della montagna che dipende la sopravvivenza della campagna.
Progetto di valorizzazione e di sviluppo ecosostenibile per un comprensorio montano a vocazione turistica, realizzato in riferimento all’impatto ambientale, all’inquinamento, al consumo energetico,  alla conservazione delle tradizioni locali, alla promozione di un turismo eco - culturale, agricolo gastronomico, e paesaggistico - sportivo.
Tutti nella propria vita, almeno una volta, si saranno posti una domanda: "andiamo a vivere in città o in campagna?"

 In campagna la vita è sicuramente più salutare e a misura d'uomo, ma in città le opportunità di lavoro sono migliori, ci sono maggiori possibilità di relazioni, di conoscenze, di attività ludiche e culturali e così la popolazione tende sempre più verso le città. Anche se in Italia circa un terzo delle persone vive ancora in campagna, la tendenza resta la stessa. Cosa resterà allora dei tanti paesi da cui provenivano i nostri nonni, agricoltori o artigiani?
Chi riesce a industrializzarsi e a creare attrattive per i giovani, spesso nelle aree limitrofe alle città, sopravvive, altri diventano paesi dormitorio, mentre gli altri sono destinati ad un progressivo spopolamento. Questo fenomeno, noto specialmente per le regioni meridionali, è in realtà diffuso anche al nord. Sono decine i paesi ormai abbandonati o semi abbandonati.
Cosa fare allora? Lasciare che questi borghi, spesso costruiti con secoli di fatiche e di attenzioni verso l'ambente, seguano il loro destino? Forse qualcosa si può fare. Se è vero che tanta gente, spesso giovane, si trasferisce verso le "zone calde" del pianeta, è anche vero che ci sono tanti altri, che ricercano un po' di pace e tranquillità, allontanandosi dalle selve urbane, sempre più sovraffollate e stressanti per riscoprire il piacere della terra.
Ecco quindi che c'è qualcuno che va alla ricerca di paradisi nascosti, li acquista e li recupera per finalità turistiche. Uno dei casi più interessanti è quello di un danese, Daniele Kihlgren, che si è comprato un borgo, Santo Stefano di Sessanio, Matera, e ne ha fatto un albergo diffuso, ossia un albergo fatto dalle vecchie dimore degli abitanti del luogo (www.sextantio.it).
 La superficie acquistata è di 3500 mq e sono state recuperate 50 stanze, botteghe d'artigianato, cantine e una locanda. Gli abitanti stabili sono circa 120, una trentina le attività commerciali mentre l'albergo conta circa 7.300 presenze l'anno. Per il recupero, gran parte delle risorse provengono da istituti di credito, in parte da contributi pubblici a fondo perduto, e una parte direttamente dalle tasche del sig. Kihlgren. Anche se questo esempio ha fatto scuola, ci sono molti altri esempi in giro per l'Italia, tanto che è nata un'associazione, l'associazione alberghi diffusiche raccoglie tutte le iniziative di questo genere dalle Alpi alla Sicilia, ma anche una scuola internazionale di specializzazione in albergo diffuso (SISAD) che cerca di aiutare i Proprietari immobiliari, le Imprese gestrici e gli Enti locali a iniziare questo tipo di attività fornendo tutto il supporto didattico e informativo.
Consideriamo anche l’idea sviluppata in Sicilia, a Gangi (Pa), piccolo comune delle Madonie, considerato fra i 200 borghi più belli d’Italia.
Sviluppano un’idea anti crisi e anti crolli: Le case vengono regalate.
Il Comune ha deciso di regalare le vecchie abitazioni del centro storico. Con l’iniziativa di cedere gratuitamente immobili vetusti del centro storico da ristrutturare e utilizzare per finalità turistico -ricettive o abitative. L’ente pubblico fa da tramite fra i cittadini disponibili a cedere gratuitamente gli immobili, abitazioni del centro storico cadenti che avrebbero messo a rischio l’incolumità pubblica per poi metterli a disposizione di chi fa pervenire richiesta ai nostri uffici. Ad occuparsi della transazione è un’agenzia immobiliare locale, chi sarà scelto avrà l’obbligo, pena la decadenza, di stipulare l’atto pubblico di acquisto della casa, sostenendo solo le spese del rogito notarile e d’ufficio e procedere alla ristrutturazione e al recupero entro due anni.
Riqualificando il centro storico, facendo girare un’economia e attraendo, cosi, il turismo.
Questa è un’idea tra le tante.
Ma ci sono amministrazioni attente alla promozione del loro territorio e ce ne sono altre che invece non rispondono alle attenzioni di possibili investitori che potrebbero convogliare importanti risorse. Specie nel sud, molte amministrazioni si mostrano, poco attente, sospettose, forse invidiose della riscoperta dei loro tesori naturalistici e non rilasciano informazioni, autorizzazioni, dati, scoraggiando iniziative da parte di potenziali interessati.
Speriamo, allora, che sempre più amministrazioni si appoggino ad organizzazioni come il "I Borghi più belli d'Italia" o a professionisti, enti, società che si occupano di riqualificazione territoriale per incontrare persone competenti per la rivalutazione delle aree.
“C’E’ BISOGNO DI GENTE INNAMORATA DI UNA TERRA GENEROSA E MALEDETTA. C'E’ LA NECESSITA’ DI RIPORTARE A GALLA LE IMMENSE ENERGIE COLPEVOLMENTE TENUTE CON LA TESTA SOTT’ACQUA! C’E’ BISOGNO DI GUARDARE A CHI E’ RIMASTO INDIETRO”.

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