SAPEVATE CHE … GIUSEPPE GARIBALDI INDOSSAVA I BLUE
JEANS?
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Valentina Faranda -
Forse
starete pensando che argomento sciocco di
cui trattare o magari semplicemente chi
se ne frega… ma in questo numero ho pensato che il mio articolo doveva
necessariamente essere un qualcosa di leggero perché siamo già abbastanza
circondati da negatività e pesantezza, curioso perché la curiosità è la linfa
vitale per un giornalino e che, ovviamente, avrebbe dovuto informarvi su
qualcosa. Ergo, questo mese vi racconterò dei blue jeans.
I
blue jeans, i pantaloni che indossiamo tutti i giorni, quelli con cui ci
sentiamo comodi (quando li compriamo della taglia giusta e non di una più
piccola per comprimere la nostra massa…che tanto non sparisce) quelli che negli
anni ’90 del novecento spopolavano tra i giovani e non, perché “andavano di moda”,
sono stati inventati niente di meno che nel Medioevo?
L’origine
viene ricondotta storicamente nei dintorni della città di Genova, luogo di
grande tradizione tessile e grande esportatore fin dagli inizi del medioevo.
Le
stoffe utilizzate nella produzione erano di vario genere: lana, seta, lino,
cotone o fustagno. Quest’ultimo designava un tessuto di cotone mischiato a lana
o a lino.
Nel
XV secolo un particolare tipo di fustagno di colore blu, veniva prodotto nella
città piemontese di Chieri ed esportato attraverso il porto di Genova. Proprio
a questa particolare merce, secondo alcuni studiosi, si riferisce il
termine inglese blue-jeans,
termine utilizzato fin dal 1567 ( dal francese bleu de Gênes ovvero blu
di Genova).
Secondo
altre versioni i pratici "calzoni da lavoro" erano cuciti con tela
di Nîmes (de nimes e poi denim) di colore
indaco ed erano indossati dai marinai genovesi. Nîmes era concorrente
di Chieri nella produzione di questo tessuto.
La
scoperta dell’oro della California, portò nello stato diversi esploratori e cercatori
d’oro. Nel 1853, Levi Strauss aprì a San Francisco un negozio per vendere
oggetti utili ai cercatori d'oro. Per rendere questo vestiario ancora più
confortevole apportò una serie di modifiche che lo fanno considerare, oggi, il
reale inventore dei nostri “moderni” jeans. Uno dei suoi clienti, un sarto di
nome Jacob Davis, si unì a lui in quest’avventura e il 20 maggio 1873 idearono
il primo jeans denim.
Anche
Giuseppe Garibaldi, durante lo sbarco dei mille a Marsala, indossò
questo tipo di pantaloni, oggi conservati a Roma presso il Museo centrale
del Risorgimento all'interno del Vittoriano.
Alla
fine degli anni settanta del XX secolo, con la diffusione del
fenomeno del consumismo, si sono moltiplicate le varianti di questo
indumento: "a campana" o "zampa di elefante", “a tubo” o “sigaretta”, a cavallo alto o
basso e ne sono prodotti di tutti i colori e con i più svariati tessuti.
Non
ho scritto un trattato. Ho solo pensato che sarebbe stato divertente darvi
qualche breve notizia sulla lunga e curiosa storia di questo indumento. Una
storia che non tutti conoscono e che non è necessario, per la nostra
sopravvivenza, sapere ma è un modo come un altro per incuriosirci a qualcosa,
per apprendere in più del mondo che ci circonda, della sua storia, di chi lo
popola e di chi l’ha fatto prima di noi; è un modo per guardare il mondo come
lo fa un bambino che impara ogni giorno cose che non conosce, con quell'entusiasmo e quella meraviglia anche per la scemenza di turno.
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