domenica 22 febbraio 2015

UNA DIFESA PER LA VITA

UNA DIFESA PER LA VITA
- Melania Frontino -
Quando una spietata personalità si pone al servizio di un'irrazionalità assassina, vile e meschina, ecco che un pericolo è in agguato, emerge dagli abissi di un'infima interiorità esplodendo prepotentemente in violenza.
La conclusione di tale convulso fenomeno sarà sempre la medesima: una dignità calpestata, un'integrità fisica compromessa, l'esistenza di una vita distrutta.
In questa eterna lotta tra il razionale e l'irrazionale, tra il normale e il patologico, tra le sane e tremende inclinazioni, la ragione sembra aver ceduto il passo all'istinto.
E’ allarmante notare come tale tragica realtà stia dilagando a macchia d'olio, è come se fossimo ritornati alla più crudele primordialità dimenticando come il rispetto per gli altri e per la legge, siano in grado di garantire una realtà ordinata e un'esistenza dignitosa, tesa alla tutela della persona umana, unica protagonista di un mondo caotico, imprevedibile e mutevole.
E’ inquietante sapere come bastano pochi secondi per sancire il "the end" di una vita, sulla base di una scelta che qualcuno crudelmente starà prendendo al posto nostro, azzardando con il nostro futuro e volendo quasi sostituirsi a dio.
Per cui due sono le possibilità che in questo match finale si prospettano ai nostri occhi: - rimanere inermi o - agire per garantire la nostra incolumità fisica, che non significa "attaccare per difendersi", ma cogliere preventivamente i segnali di un possibile atto d'aggressione e operare in maniera tale da far fallire l'atto stesso, chiaramente laddove sia possibile.
A volte sono proprio delle piccole accortezze a poterci salvare la vita, quei particolari ai quali non abbiamo mai pensato, o per meglio dire ai quali non abbiamo mai attribuito la giusta importanza, la cui noncuranza ci rende facili bersagli da poter puntare e colpire.
Credo che la più grande forma di "autotutela" sia la prevenzione,è necessario agire d'anticipo con attenzione e con una preparazione adeguata, trasformando così la debolezza in forza e la paura in coraggio.
Non potremmo mai sapere quale sarà il risultato finale,ma quanto meno avremo la consapevolezza di non esserci abbandonati ad un'inerzia cosciente e volontaria.
Tale iter formativo è importante non solo per quanto detto,ma sopratutto perché rappresenta un limite ai nostri istinti, lo stop al quale dobbiamo fermarci,  nell'eventualità che debba essere,"inevitabilmente" messa in atto un'azione di difesa.
 La risposta a tale offesa, non può e non deve trasformarsi in un atto brutale e mortale. Se così fosse andremmo a legittimare una combattività, che sarebbe solo generatrice di altro male e ciò non è mai e poi mai ammissibile.
"L'autodifesa", a differenza di quanto si possa pensare,prevede l'azione solo laddove sia legata ad una situazione di "pericolo" e di "necessità", che si ha quando non vi è altra alternativa alla quale affidarsi per potersi mettere in salvo. Ciò avviene praticando delle tecniche di bloccaggio che hanno come unico scopo quello di immobilizzare l'avversario, ponendolo in una situazione tale da permettere di fuggire e chiedere aiuto.
 Non è prevista alcuna "lesione" a carico di nessuno, proprio perché motore di tale dinamismo è l'autocontrollo che neanche una situazione di panico deve compromettere,la lucidità e la calma devono essere le guide di ciascun nostro movimento. mi è sempre stato insegnato questo,da colui il quale ha dedicato la sua vita all'autodifesa ma sopratutto al karate, credendoci anima e corpo, sfidando il tempo e le intemperie.
Solo oggi mi rendo conto dell'importanza e dell'utilità di tale disciplina non solo a livello pratico, ma sopratutto per la ricchezza di valori che ha saputo donarmi, un tesoro prezioso da custodire fedelmente.
Per cui sono ben contenta e fiera di condividere tutto questo con te, papà, per cui grazie...









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