UNA DIFESA PER LA VITA
- Melania Frontino -
Quando una spietata
personalità si pone al servizio di un'irrazionalità assassina, vile e
meschina, ecco che un pericolo è in agguato, emerge dagli abissi di un'infima
interiorità esplodendo prepotentemente in violenza.
La conclusione di tale
convulso fenomeno sarà sempre la medesima: una dignità calpestata, un'integrità
fisica compromessa, l'esistenza di una vita distrutta.
In questa eterna lotta
tra il razionale e l'irrazionale, tra il normale e il patologico, tra le sane e
tremende inclinazioni, la ragione sembra aver ceduto il passo all'istinto.
E’ allarmante notare
come tale tragica realtà stia dilagando a macchia d'olio, è come se fossimo
ritornati alla più crudele primordialità dimenticando come il rispetto per gli
altri e per la legge, siano in grado di garantire una realtà ordinata e
un'esistenza dignitosa, tesa alla tutela della persona umana, unica
protagonista di un mondo caotico, imprevedibile e mutevole.
E’ inquietante sapere come bastano pochi
secondi per sancire il "the end" di una vita, sulla base di una
scelta che qualcuno crudelmente starà prendendo al posto nostro, azzardando con
il nostro futuro e volendo quasi sostituirsi a dio.
Per cui due sono le
possibilità che in questo match finale si prospettano ai nostri occhi: - rimanere inermi o - agire per
garantire la nostra incolumità fisica, che non significa "attaccare per
difendersi", ma cogliere preventivamente i segnali di un possibile atto
d'aggressione e operare in maniera tale da far fallire l'atto stesso, chiaramente
laddove sia possibile.
A volte sono proprio delle piccole
accortezze a poterci salvare la vita, quei particolari ai quali non abbiamo mai
pensato, o per meglio dire ai quali non abbiamo mai attribuito la giusta
importanza, la cui noncuranza ci rende facili bersagli da poter puntare e
colpire.
Credo che la più grande
forma di "autotutela" sia la prevenzione,è necessario agire
d'anticipo con attenzione e con una preparazione adeguata, trasformando così la
debolezza in forza e la paura in coraggio.
Non potremmo mai sapere quale sarà il
risultato finale,ma quanto meno avremo la consapevolezza di non esserci
abbandonati ad un'inerzia cosciente e volontaria.
Tale iter formativo è
importante
non solo per quanto detto,ma sopratutto perché rappresenta un limite ai nostri
istinti, lo stop al quale dobbiamo fermarci, nell'eventualità che debba essere,"inevitabilmente"
messa in atto un'azione di difesa.
La risposta a tale offesa, non può e non deve
trasformarsi in un atto brutale e mortale. Se così fosse andremmo a legittimare
una combattività, che sarebbe solo generatrice di altro male e ciò non è mai e
poi mai ammissibile.
"L'autodifesa",
a differenza di quanto si possa pensare,prevede l'azione solo laddove sia
legata ad una situazione di "pericolo" e di "necessità",
che si ha quando non vi è altra alternativa alla quale affidarsi per potersi mettere
in salvo. Ciò avviene praticando delle
tecniche di bloccaggio che hanno come unico scopo quello di immobilizzare
l'avversario, ponendolo in una situazione tale da permettere di fuggire e
chiedere aiuto.
Non è prevista alcuna "lesione" a carico
di nessuno, proprio perché motore di tale dinamismo è l'autocontrollo che
neanche una situazione di panico deve compromettere,la lucidità e la calma
devono essere le guide di ciascun nostro movimento. mi è sempre stato insegnato
questo,da colui il quale ha dedicato la sua vita all'autodifesa ma sopratutto
al karate, credendoci anima e corpo, sfidando il tempo e le intemperie.
Solo
oggi mi rendo conto dell'importanza e dell'utilità di tale disciplina non solo
a livello pratico, ma sopratutto per la ricchezza di valori che ha saputo
donarmi, un tesoro prezioso da custodire fedelmente.
Per cui sono ben
contenta e fiera di condividere tutto questo con te, papà, per cui
grazie...
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