domenica 22 febbraio 2015

SICILIA: TERRA DEI CICLOPI

SICILIA: TERRA DEI CICLOPI
- Valentina Faranda -
La mitologia greca ha generato e ci ha tramandato tutta una serie di figure fantastiche, alcune delle quali nascono da una fervida immaginazione, altre, invece traggono spunto da racconti di viaggiatori e rispecchiano una realtà ricca di specie di animali oggi scomparse.
Uno dei luoghi, particolarmente amati, da poeti e dall’immaginario antico è la Sicilia. Da sempre un crogiuolo di civiltà e culture diverse che hanno contribuito alla nascita e alla propagazione di miti e leggende che la riguardano da vicino, come nel caso della leggenda dei ciclopi, fantasiosi giganti con un solo occhio al centro della fronte.
Già Tucidide, grande storico dell’antichità  menziona Ciclopi e Lestrigoni come i più antichi abitanti dell’isola, ma li relega al mondo del mito e dell’invenzione poetica più che alla dimensione del racconto storico.
Ed è proprio all’invenzione poetica, ad  una delle più conosciute opere dell’antichità greca, l’Odissea, che risale la leggenda più conosciuta di questi giganti.
Omero narrava di Odisseo, un eroe greco che, in seguito ad una tempesta, approdò nella terra dei Ciclopi, una terra che Tucidide, e con lui i principali autori  greci e latini,  identificarono proprio con la Sicilia.
Sebbene la mitologia dei ciclopi sia dai più considerata favolistica e frutto dell’immaginario dell’epoca, non è da escludere che tale immaginario sia stato influenzato da racconti su specie di animali realmente esistite ed oggi estinte. Di recente, infatti, storici e paleontologi hanno avanzato la teoria che antichi ritrovamenti di resti fossili di dinosauri e di altre specie estinte abbiano influenzato l’elaborazione fantastica di mitiche creature, ipotizzando quindi che giganti e mostri della mitologia greca non siano totalmente frutto dell’ immaginazione, ma della realtà storica, in quanto collegabili all’esistenza di animali preistorici.
In particolare la credenza che la Sicilia sia stata la terra dei Ciclopi sarebbe dovuta al ritrovamento, da parte degli antichi, di resti fossili di elefanti nani: il cranio di questi animali, più grande di quello umano, provvisto al centro di un foro proboscidale, sarebbe stato scambiato per una cavità orbitale e attribuito pertanto ad esseri giganteschi con un solo occhio in fronte: un esemplare di questo genere, classificato come elephas mnaidriensis, è custodito nel museo dell’Istituto di geologia di Palermo.
Estinti ben prima dell’arrivo dell’uomo, questi pachidermi lasciarono come sola traccia del loro passaggio le loro ossa fossili che si ritrovano in gran numero nelle grotte sparse per la Sicilia.  Probabilmente, i primi abitanti dell’isola ritrovarono all’interno di tali grotte questi strani crani che presentavano un grande foro frontale che credettero essere un’enorme cavità orbitale e che invece non era altro che la sede in cui si innestava la proboscide; le grandi ossa trovate assieme a questi teschi fecero nascere l’idea di individui di grandi dimensioni, veri e propri giganti.
Inoltre è probabile che fenomeni naturali, come quelli eruttivi e sismici, propri dei crateri vulcanici, numerosi nell’isola, siano stati visti come l’effetto delle attività tipiche di questi giganti.
Da qui l’elaborazione del mito di un essere gigantesco con un occhio solo, dalla forza smisurata, un abitante delle grotte: il Ciclope.
Ha un certo fascino vedere come anche le realtà più fantasiose, quelle che mai crederesti che abbiano un fondamento reale, nascano da qualcosa di effettivamente reale.
Sono tanti i racconti di esseri mitologici, creature mostruose, buone o cattive, le cui storie sono il frutto di fatti reali, rielaborati secondo la cultura di quei popoli che ce le hanno tramandate e che spesso noi accogliamo senza nemmeno chiederci da dove nascano e perché. Dato il mio interesse per il mito e le leggende ho voluto condividere con voi, una di queste storie, perché la mente umana spesso rielabora la realtà nei modi più favolosi, inquietanti e meravigliosi e mette in piedi, da un mucchio di ossa dalle forme strane, vere e proprie favole che attraversano il tempo e lo spazio e incuriosiscono e affascinano ancora oggi, popoli che oggi faticano ad immaginare.





                                  

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