CHIACCHIERANDO DI MALATTIE E
NON SOLO………………GLI ANGELI INVISIBILI
- Antonella Algeri -
Quando lo scorso anno l’Ing. Maria Scalisi mi ha chiesto se ero
disponibile a scrivere qualche mia considerazione su un argomento a scelta, ho
subito pensato di ricordare il recente(allora) gemellaggio Ucria-Gozzano,
convinta che quello sarebbe stato il mio primo ed ultimo tentativo di scrittura
o meglio di far rivivere delle emozioni cercando di esplicitarle liberamente,
partendo dal mio personale vissuto esperenziale. Ad una successiva richiesta ho
risposto parlando dell’acromegalia, patologia rara a me purtroppo nota e quindi incanalandomi, più
o meno coscientemente, in questo percorso di malattia senza alcuna conoscenza
specifica ma animata unicamente, me ne rendo conto solo ora, dalla mia
predisposizione a supportare il “bisogno” in generale, e chi è più fragile, più
bisognoso, della persona ammalata?
Ma la motivazione principale che mi ha spinta a trattare tali
argomenti è stata la voglia di scardinare i tanti pregiudizi e lo stigma che circondano le malattie mentali, anche se
sono cosciente che, come diceva Albert Einstein
“E' più facile spezzare un atomo
che un pregiudizio”, ciò nondimeno continuerò a combattere questa mia
personale battaglia su tutti i fronti, convinta come sono che non ci si deve
vergognare di essere ammalati, la malattia non è una colpa, non ci si ammala
perché si è deboli o inetti, non si sceglie di ammalarsi.
Tutto ciò premesso mi piace condividere con chi legge quanto ha
scritto una giornalista malata rara:
“La disabilità, la malattia,
non rendono migliori, anzi, sono una grande prova e prevedono un continuo
adattamento alla realtà. Se in queste storie ci sono eroi, sono i familiari che
portano un grande peso per scelta, perché tanti scappano…”.
Riflessioni di una malata rara
“Se nelle Malattie Rare e non,
ci sono eroi, sono i papà e le mamme che
accudiscono con amore e sacrifici continui il loro bambino, o le persone che si
dedicano anima e corpo al loro congiunto.” Così scrive la giornalista Gabriella
Fogli in un bellissimo articolo pubblicato su Superando, che riproponiamo in
questa sede.
Sono una Malata Rara, anzi ho diverse Patologie Rare, insieme ad altre
indotte dai farmaci per alleviare i sintomi delle prime, e potete definirmi
come volete, ma mai come un’eroina! Gli eroi sono altro, gli eroi scelgono di
correre un rischio a costo della loro vita per salvarne altre, ma nessuno di
noi ha scelto di essere malato, nessuno lo sceglie. Te lo trovi addosso
all’improvviso, se non addirittura alla nascita, e vivere con una Malattia Rara
è un percorso di sofferenza, di dolore, di silenzio.
Si. Silenzio. Perché quando dico che ho la tiroidite di Hashimoto, la
sindrome di Sjögren e la fibromialgia, oltre a tutto il resto, mi guardano e
non sanno cosa sto dicendo, si trovano in difficoltà e tagliano corto cambiando
discorso. E quindi, non potendo fargliene una colpa, dico che ho
un’insufficienza respiratoria e il diabete… almeno ne hanno sentito parlare!
Infatti partono con “la zia col diabete” a cui hanno amputato il piede e tu che
fai gli scongiuri davanti a queste prove di comprensione umana!!
Battute a parte, di Malattie Rare si parla ancora troppo poco, la
disinformazione è tanta, e non sto parlando delle singole patologie che nemmeno
tanti medici conoscono, ma occorre che la gente sappia che c’è pochissima ricerca
perché le aziende farmaceutiche non investono né fondi né anni di lavoro per
medicine che serviranno a pochi malati e che non porteranno a un riscontro
economico. Lo Stato… beh, sappiamo tutti i problemi della nostra Sanità, del
fatto che i ricercatori migliori vanno all’estero perché hanno laboratori
attrezzati e stipendi migliori.
Tornando al tema iniziale, quello dell’essere “eroici”, io credo solo
che siamo persone come tutti, e già considerarci questo sarebbe un grande passo
avanti. La disabilità, la malattia non rendono migliori, anzi, a volte è
talmente difficile accettare certe situazioni che si assumono degli
atteggiamenti più crudi. Secondo me la malattia, la disabilità sono una grande
prova e prevedono un adattamento alla realtà che, nel caso di patologie
degenerative, è praticamente continuo, include tutta la famiglia, e non è detto
che tutti siano pronti ad accettarlo. Il dolore tira fuori il meglio o il
peggio, non fa sconti. O lo accetti e ti adegui oppure lo rinneghi e ti
incattivisci.
Se ci sono “eroi” in queste storie, sono i papà e le mamme che
accudiscono con amore e sacrifici continui il loro bambino, o i coniugi che si
dedicano anima a corpo al proprio congiunto. Questi sono “eroi della storia”,
quelli che portano un grande peso per scelta, perché tanti scappano, non tutti
sono capaci di vivere a contatto con il male. Noi ci siamo ritrovati nella
malattia, non l’abbiamo scelta, non abbiamo voluto diventare o nascere
disabili. Ma chi ti ama e sceglie di restare al tuo fianco è un angelo che ha
nascosto le ali, è un Angelo Invisibile.
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