IL GIORNO DELLA MEMORIA. UN
PENSIERO ALLA SHOAH.
-
Valentina Faranda –
L´ultima, proprio l´ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
- così gialla, così gialla! -
l´ultima,
volava in alto leggera
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà la mia settima settimana
di ghetto...
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell´altra volta fu l´ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
- così gialla, così gialla! -
l´ultima,
volava in alto leggera
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà la mia settima settimana
di ghetto...
Ma qui non ho visto nessuna farfalla.
Quella dell´altra volta fu l´ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.
Pavel Friedmann, da Vedem, 4 giugno
1942
Pavel Friedmann è l’autore della poesia “La farfalla” che sopra ho riportato,
Pavel Friedmann era un ragazzo di ventuno anni che ha perso la vita nei campi
di concentramento nazisti negli anni quaranta del novecento.
L’Olocausto
o più correttamente la “Shoah” (distruzione)
consistette nello sterminio di un numero compreso tra i 5 e i 6 milioni di
ebrei, di ogni sesso ed età.
A questo scopo in tutta Europa sono stati
allestiti campi di concentramento per accogliere tutti gli “indesiderati” una
definizione che comprendeva non solo gli ebrei ma anche oppositori politici,
comunisti, gruppi rom, disabili e omosessuali.
Per ricordare e non dimenticare le vittime della
follia nazista è stato scelto un giorno, il 27 gennaio, come giornata
di commemorazione delle vittime dell'Olocausto. La data è stata scelta in
ricordo della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz,
avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera delle truppe sovietiche
dell'Armata Rossa.
Tante volte succede che celebriamo eventi di cui
conosciamo tanto eppure non conosciamo nulla. Abbiamo tantissime informazioni
su questa “razionalissima follia” che è stata la Shoah, eppure siamo così
lontani da essa…
Il giorno della memoria è un tributo al ricordo
di quell’avvenimento, ma è un qualcosa che io, come persona fisica, non posso
ricordare perché non ho vissuto. È qualcosa a cui mi sento vicina, come essere
umano, perché storie come questa devono essere ricordate sempre, per non
dimenticare quanto davvero possiamo essere capaci di fare del male. Eppure è
sempre diverso dal ricordare … Io ricordo ciò di cui io stessa ho memoria.
Queste poche righe, scritte da un ragazzo
qualunque, diventato famoso a causa di una storia brutale e mondiale come
questa mi hanno fatto guardare questa giornata da una prospettiva diversa …
I suoi occhi si sono soffermati su una farfalla…
Forse perché in luoghi come quello, in cui lui si
trovava, i colori non si vedevano spesso, forse perché la vita non era più così
normale, forse semplicemente perché quella farfalla gialla era bellissima e di
cose bellissime lì non se ne vedevano …
Il suo pensiero è rivolto alla vita, quella vita
che non si sentiva più di avere perché quando vieni privato della libertà,
della dignità di uomo e del tuo stesso nome è come se non vivessi.
Il giorno della memoria è un giorno come gli
altri, per noi che non abbiamo vissuto quella storia, un giorno in cui è
d’obbligo pensare che storie come questa non devono ripetersi, un giorno in cui
è d’obbligo sentirsi almeno un po’ tristi perché milioni di persone hanno
trovato la morte in un modo assurdo e brutale, lontani da casa, privi della
loro identità …
Erano numeri, non persone …
Non so se chi mi sta leggendo ha mai letto questa
poesia prima, indipendentemente da questo, nella memoria di questa tragedia che
ha segnato il mondo per sempre, io ho scelto di pensare a quella farfalla,
forse l’ultimo bel ricordo di Pavel, perché il suo modo di cercare il positivo
quando non c’è niente di positivo, anche solo per un momento fugace è un insegnamento, è l’invito a non perdersi
mai d’animo, ad avere il coraggio di affrontare questa vita che spesso può
essere crudele.
Ho scelto di celebrare non il ricordo di quella
tragedia che io stessa non ho vissuto ma la forza e l’umanità di chi ne ha
fatto parte, attraverso le sue stesse parole.
Per
non dimenticare mai che l’uomo è capace dei più grandi crimini ma c’è anche chi
è capace, anche nello sconforto, di stupirsi per volo di una farfalla, di
guardare alla libertà come all’unica cosa davvero importante.
Perché
essere uomini significa prima di tutto essere liberi, liberi di scegliere chi
voler essere, liberi di scegliere in che fede credere, chi amare, liberi di
sentirsi se stessi.
Nessun commento:
Posta un commento