UCRIA CITTA’ DEI… LUOGHI SACRI
- Salvatore Lo Presti –
Il luogo di culto di cui tratteremo in questa prima
uscita di questa rubrica sarà quello più importante e cioè il nostro bellissimo
duomo ovvero la Chiesa S.
Pietro Apostolo meglio conosciuta come Chiesa Madre.
Occupa un’area complessiva di mq. 1.100 circa. Il suo
interno misura una lunghezza di ml. 37 e una larghezza di ml. 20 circa.
Dal lato Est, vi è la porta principale che
generalmente viene usata nelle grandi occasioni e durante le feste principali,
per il transito delle “Vare”.
Il portone di pietra dell’ingresso principale è
riccamente ed abilmente lavorato. Ai due lati vi sono incavate n. 4 nicchie
(due per ogni lato), in atto vuote. Vi sono inoltre due magnifiche colonne di
pietra (una per ogni lato), poste su pilastrini e sormontate da capitelli di
stile corinzio.
Sul frontone del portone vi è scolpito uno stemma
raffiguranti due grosse chiavi incrociate (chiavi del “Regno dei Cieli”
affidate a S. Pietro).
Tutto il lato Est è chiuso da una cancellata di ferro.
Mediante numerosi scalini si può superare il dislivello che c’è tra il piano
stradale e quello del portone.
Nel lato Nord vi è il portone secondario, attraverso
il quale abitualmente si svolge il transito, nel cui frontone soprastante vi è
incisa la seguente scritta:
“TEMPLUS DIVI PETRI 1636 LAPIS INYURIA FRANCITUS ANNO
1840 INTEGRATUS”.
La chiesa è di stile rinascimentale. Il suo interno è
composto da tre navate; è molto ampio ed è decorosamente sistemato. La navata
centrale, che ha un’altezza di metri 12 circa, poggia su archi a tutto sesto,
sorretti a loro volta, da 8 colonne di pietra, snelle ed eleganti e da 4
magnifici pilastri di pietra intagliata. Ogni colonna è composta da un unico
pezzo, che poggia su una base cubica ed è sormontata da un bellissimo capitello
di stile corinzio. N. 10 ampie finestre disposte 5 per ogni lato, ed altre
nella parete dal lato Est, illuminano ampiamente l’interno della chiesa. Per la
illuminazione elettrica dell’interno vi sono inoltre appesi al soffitto numerosi
lampadari di cristallo a forma di ninfea.
Entrando dalla porta principale si passa sotto una
impalcatura di legno, alla sommità della quale si accede mediante una scaletta
a chiocciola. Ivi dal 1912 vi è sistemato un magnifico organo che ha un suono
dolcissimo, e che fino a poco tempo fa, durante i riti religiosi e la
celebrazione dei matrimoni, diffondeva, attraverso la chiesa, dolcissime note.
L’organo è stato restaurato nel 2010 per volere della Soprintendenza per i Beni
Culturali e Ambientali di Messina
dalla ditta Arte Organaria di A. & A. Bovelacci.
Nel lato sinistro di detto portone vi è una tomba di
marmo bianco, riccamente lavorata, che poggia su due leoni di marmo color
marrone. È sormontata da uno stemma gentilizio raffigurante nel lato superiore
sinistro un albero con radici nude e nella parte inferiore sinistra un toro
affiorante dalle onde marine.
Nel lato destro del portone principale vi è un fonte
battesimale di marmo, a fianco di questo vi è il portone secondario, ed
immediatamente dopo vi è un altare in muratura su cui, una magnifica statua di
S. Pietro, dimora da secoli. Detta statua è di legno ed è coperta con un manto
di colore marrone, e tiene alcune chiavi nella mano destra. Essa è
antichissima, di autore ignoto, ed il suo stato di conservazione è tutt’ora
ottimo.
Segue, sullo stesso lato, un grande Crocefisso che
lascia scoprire una profonda espressione di dolore e di pietà. È raffigurato
con la pelle di colore scuro e parte del corpo è ricoperta da un manto blu. Le
sue ferite, specie quella dei ginocchi, impressionano e commuovono. L’opera è
di legno e se ne sconosce l’autore. Dietro il Crocefisso vi è una magnifica
tela, pure di autore ignoto, che raffigura la Madonna circondata da
molti Angeli, i quali piangono la morte di Gesù.
Di fronte al Crocefisso vi è un magnifico pulpito
costruito in cemento armato. A fianco di esso vi è un confessionale di legno.
Le tre navate concludono nel transetto contenente le 3
absidi sul lato Ovest e 2 altari (1 dal lato Nord e l’altro dal lato Sud) Dal
lato Nord l’altare fiancheggiato da due colonne contiene due statue una
raffigurante “l’Immacolata Concezione” e l’altra che fa vedere “San Giuseppe
che tiene per mano Gesù bambino”, di autore ignoto.
A fianco dell’altare appena accennato vi si scorge una
tomba di marmo bianco, posta su due leoni di marmo marrone.
Nella rimanente parete vi è un magnifico quadro a olio
delle dimensioni di m 1,50 x 2,00, raffigurante S.Antonio Abate, con un libro
sotto il braccio sinistro.
Nel lato Ovest nell’abside di destra vi è un primo
altare in muratura rimasto rustico, su cui vi dimora da lungo tempo la statua
in marmo bianco di Maria SS. della Scala.
Nell’abside centrale entro un magnifico cappellone
viene conservata la statua del Signore della Pietà. Nella cupola dell’abside,
fino all’anno 1958, epoca in cui la chiesa subì profondi restauri, vi era
raffigurato il Padre Eterno dimezzo ad un cumulo di nuvole, con le braccia
aperte, in atteggiamento di invitare gli Ucriesi a rifugiarsi nel suo regno. La
figura ad Olio del Padre Eterno misurava metri 6 x 10, circa.
Il cappellone è fiancheggiato da quattro colonne.
Nella parte alta è raffigurato il Trono di Dio. Quattro magnifici angeli
disposti a forma di corona, sorreggono uno stemma gentilizio. A sinistra della
cappella vi è scolpito un bellissimo angelo intento a mostrare le vesti delle
quali fu spogliato Gesù (Sacra Sindone).
Tutto il cappellone è riccamente dipinto in oro. Ai
piedi del cappellone vi è l’altare maggiore, ampio e decoroso, ricoperto da un
magnifico antialtare, riccamente ricamato in oro. A destra di detto altare vi è
scritto: “ERECTA 1685” .
Ai due lati dell’altare vi sono due sedie gestatorie,
le quali lasciano un ampio spazio che serve per l’accesso nella parte
posteriore del cappellone, da dove una porticina consente l’uscita all’aperto.
Nell’abside sinistra invece vi è un bellissimo altare
rivestito di marmo bianco riccamente intarsiato. In esso vi si conserva il SS.
Sacramento, da secoli perpetuamente illuminato da due lampade d’argento,
alimentate ad olio.
Dopo l’altare maggiore, l’altare che meglio risulta
arredato è quello esistente nel transetto sul lato Sud. Nel suo interno vi è un
magnifico pannello ligneo riccamente e abilmente intarsiato, da mano ignota. Il
pannello è contenuto tra due colonne di pietra, alla sommità delle quali vi
sono scolpite figure varie ed angeli. In alto vi è posto uno stemma di pietra
raffigurante un leone rampante; a centro di detto stemma vi è scritto: “ALTARE
PRIVILEGIATUM”.
Sull’altare vi è posta una bellissima statua di marmo
raffigurante la Madonna
della Grazia col bambino in grembo, in atteggiamento quasi di pianto. Essa è di
autore ignoto ed è in ottimo stato di conservazione.
Nella navata laterale a Sud, nell’altare che segue vi
è posta la statua di S. Francesco d’Assisi, intento a contemplare il
Crocifisso. È un’opera in carta pesta di Luigi Gualcì, di Lecce. Nel marmo
antistante l’altare vi si legge: “PAX ET BONUM”. A fianco dell’altare vi è la
porta d’accesso alla sacrestia. Sulla parte alta della porta vi è un quadro
raffigurante la Madonna
della Lettera, padrona di Messina, col piccolo Gesù in braccio, sul cui capo
due angeli sono intenti a collocare una corona di fiori.
Segue un altro altare la cui parte superiore è rustica
mentre la parte inferiore è ricoperta con marmo grigio. Su di esso vi è posta
la statua del Sacro Cuore di Gesù, ai cui piedi vi sono due angeli. L’opera,
che è di gesso, è dello scultore Luigi Santifaller di Ortisei (Bolzano).
A fianco di predetto altare vi è un piccolo quadretto
di S. Rita, ed a fianco a questo una nicchia ai piedi della quale vi è un
altare rimasto rustico. Sopra il predetto altare vi è posta la maestosa
immagine della Madonna del Rosario, ai piedi della quale vi è scritto: “AVE
MARIA”.
La statua , che è di autore ignoto, è di cartapesta e
sotto di essa vi sono le statue di S. Domenico e di S. Caterina. Vi è inoltre
un’altra statuetta di S. Antonio di Padova, intento ad offrire pane ad un
poverello. L’opera è di gesso ed il suo autore è Ferdinando Stufflessar.
L’ultimo altare esistente dal lato Sud è interamente
ricoperto con pregiato marmo di vari colori. Su di esso vi è posta la statua
dell’addolorata, di grandezza quasi naturale, con un pugnale immerso nel petto.
L’opera, che è di cartapesta, è dello scultore Luigi Guaccì di Lecce.
Sotto il livello del pavimento vi era un vastissimo
ossuario, dove venivano tumulati i defunti, alla rinfusa, fino alla istituzione
dei cimiteri.
Il soffitto ligneo è sostenuto da capriate palladiane
e puntoni nella navata centrale, e da mezze capriate e puntoni nelle 2 navate
minori. Al centro del soffitto ligneo della navata centrale, vi è riprodotto
l’effigie del Signore della Pietà.
IL SIGNORE
DELLA PIETA’ PROTETTORE DI UCRIA
La chiesa Madre di Ucria, sin dalla sua originaria
costruzione risalente probabilmente agli albori del Cristianesimo, fu dedicata
a S. Pietro Apostolo, in onore del quale per molto tempo si organizzarono riti
religiosi e festeggiamenti. Più tardi, però, in epoca imprecisata, col
sopraggiungere della statua del Signore della Pietà in Ucria, la maggiore
attenzione e la più profonda devozione si spostarono su quest’ultimo,
trascurando la devozione verso S. Pietro.
La data sotto la quale la statua in parola raggiunse
Ucria è assolutamente ignota e perciò si fa strada la leggenda, secondo cui in
tempi remotissimi, la statua stessa, partita da lontano, giunse in Ucria, da
dove avrebbe dovuto proseguire per altri luoghi. Ma giunta dove oggi sorge la
chiesa Madre, per divina volontà, volle fermarsi e rimanere sempre per INDICARE
AGLI UCRIESI LA VIA VERSO IL
CIELO. Nella medesima vi è infatti scritto testualmente: “UCRIAE SPES, VITA,
SALUS, PIETATIS, IMAGO: HIC PEREGRINA SEDENS PANDIT AD ASTRA VIAM”.
Il Signore della Pietà è raffigurato in una statuetta
di modeste dimensioni con la pelle bronzea, a somiglianza della statua della
Madonna del Tindari. L’opera è in legno e di autore ignoto. Dietro di essa vi è
una croce, nel suo lato destro vi è una colonna e nel lato sinistro una scala.
Sulla scala vi sono appese un paio di tenaglie un martello e tre chiodi. Vi
sono appoggiati ad essa, inoltre, lo scettro ed una lancia, ossia, gli oggetti
che servirono per la crocifissione di Gesù. Le sue mani sono legate e sul suo
capo poggia una corona di pungentissime spine. Il suo atteggiamento esprime
dolore e pietà. La data, il luogo e il modo come sia stata offerta ad una così
leggendaria e secolare devozione si sconoscono, si ritiene però per certo che
il simulacro sia pervenuto dall’Oriente, così come lo lasciano indovinare i
lineamenti bizantini e il colore bronzeo del viso. Il materiale impiegato
(legno), ci dice che la data di costruzione debba essere antichissima, se si
tiene conto che l’arte pagana scolpiva legno le sole parti visibili che non
venivano coperte con manto o vesti, mentre le parti nascoste venivano lasciate
nude, o soltanto abbozzate. Poiché e fuori dubbio che la statua è cristiana,
raffigurando Gesù Cristo legato alla colonna e incoronato di spine, questa deve
ritenersi risalire al trapasso religioso avvenuto nella stessa epoca artistica,
o durante la dominazione bizantina (535-827).
IL CAMPANILE
DELLA MATRICE
Il campanile della matrice è di recente costruzione e
di stile moderno. Sorge su un’area quadrangolare ed è sito nelle immediate
adiacenze della Matrice, da cui si accede per mezzo di una ripida, stretta e
scomoda scaletta di ferro e di una passerella che unisce la matrice al
campanile.
La costruzione risale al decennio 1920-30. La sua base
misura una superficie di mq. 36 circa, ed un’altezza di mt. 20 circa. La torre
campanaria, da cui si scorge un magnifico panorama, è provvista di n. 4 campane
di diverso diametro.
Sulla stessa torre campanaria vi sono istallati degli
alto-parlanti, attraverso i quali la voce dei religiosi, e i loro appelli si
possono diffondere e giungere agli orecchi dei fedeli.
Il campanile termina a forma di cono. Dal lato Est
della facciata esterna del campanile, all’altezza di mt. 8 circa, nell’anno
mariano 1954 fu collocata, entro una cappellaccia, una bellissima statuetta
dell’Immacolata Concezione, ai piedi della quale vi è scritto: “AVE MARIA”.
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