UNA “PASSIONE” IN CUI CREDERE
- Valentina Faranda
–
Siamo a pochi
giorni dalla Pasqua e come tutti gli
anni le pubblicità si riempiono di spot sulle uva di cioccolata, i nonni si
cimentano nella preparazione delle collure,
iniziano a fiorire i prati, quest’anno tempo permettendo, e le programmazioni
vertono su film o documentari sulla passione di Cristo.
La “passione” di Cristo, definizione che deriva dal latino “patior” (soffrire), indica la serie di eventi che portò Cristo
alla crocifissione e poi alla resurrezione. Tante volte, l’arte, in tutte le sue forme, cinema, musica, pittura,
scultura, teatro o letteratura ne ha dato le proprie interpretazioni, secondo
la propria natura.
Così anche
noi, il Gruppo culturale ucriese “Ranieri Nicola”, dato
l’avvicinarsi della festività in cui noi cristiani celebriamo il sacrificio di
Cristo e la sua resurrezione, abbiamo
voluto, fare del nostro in proposito, cercando di maneggiare, talvolta
piuttosto rozzamente, gli strumenti
dell’arte.
Da un’idea del
nostro vice presidente, Gino
Nicolai, un uomo dalle mille risorse, il gruppo ha deciso di dare propria voce
alla Passione e, ispirandoci al
celebre musical degli anni ’70 Jesus Christ Superstar, abbiamo
scelto una strada di rappresentazione un pochino “diversa”, un mix tra recitazione e musica classica con qualche omaggio al celebre
musical e l’aggiunta di un solo ballo.
Il cast è composto da persone di tutte le età che hanno
acconsentito a tuffarsi in questo progetto affinché questo, sortisse l’effetto
desiderato. Il nostro musical racconta
la passione dalla domenica delle palme alla crocifissione di Gesù,
concentrandoci sugli aspetti più tragici della storia, quelli che hanno
preceduto l’atto finale, la Resurrezione, escludendo quest’ultima.
Il nostro è un progetto diverso perché abbiamo apportato
delle modifiche alla vera storia, rendendo la Madonna una giovane ragazza,
affinché venga rappresentata sì come madre ma allo stesso tempo come figura
sottratta alle insidie del tempo. Abbiamo inserito un cieco dove non c’era così
da rendere visivamente l’immensa capacità di Gesù di fare del bene e
soprattutto abbiamo scelto, per i 12 apostoli, 12 donne. Un po’ perché la
disponibilità femminile al progetto è stata ampia, un po’ perché abbiamo voluto
inserire del nostro, dando a quegli uomini la voce di dodici donne del nostro
gruppo e rimanendo certi che, facendo questo, il messaggio di fede non sarebbe
cambiato.
Non siamo attori e, di certo, non siamo registi. La
nostra è solo una piccola produzione. Non puntiamo ad un colossal né ad
approdare a Brodway.
Abbiamo cercato di
fare del nostro meglio affinché quest’esperienza non sia un totale casino. Ci
siamo impegnati davvero tanto. Per me,
che l’ho vissuta, davvero da vicino, è stata un’esperienza grandiosa.
A prescindere da
come andrà, sono davvero fiera di averne fatto parte e di aver condiviso questa
esperienza con tutta questa gente che ha messo tanto impegno nella
realizzazione ma che soprattutto ci ha creduto.
Fare parte di questo mi ha insegnato che è davvero
importante impegnarsi con tutte le proprie forze in qualcosa, è importante
credere in quello che si sta realizzando anche se si tratta di una
rappresentazione in un piccolo paesino di montagna, anche se questo può
sembrare stupido. Perché mettere passione in tutto quello che si vuole
realizzare ti rende vivo ed in un periodo, di certo non troppo roseo come
questo che stiamo attraversando, è vitale sentirsi pieni e vivi.
Forse questa rappresentazione vi lascerà indifferenti,
forse vi entusiasmerà o vi annoierà a morte. Questo non potrete saperlo se non
verrete a vedere e costatare con i vostri occhi.
Perciò tutto il Gruppo Culturale Ucriese “Ranieri
Nicolai” vi invita ufficialmente a
partecipare a questo nostro piccolo ma bellissimo progetto, sperando di non
fare un completo casino e soprattutto augurandoci che questo folle tempo non ci
giochi un brutto tiro. Giorno
01 aprile 2015, all’arena. Noi ci saremo.
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