martedì 25 novembre 2014
“RICETTE” PROGETTUALI - Maria Scalisi -
Benessere della montagna che dipende la
sopravvivenza della campagna.
Progetto di valorizzazione e di sviluppo ecosostenibile
per un comprensorio montano a
vocazione turistica, realizzato in riferimento all’impatto ambientale, all’inquinamento, al consumo
energetico, alla conservazione
delle tradizioni locali, alla
promozione di un turismo eco - culturale, agricolo
gastronomico, e paesaggistico - sportivo.
Tutti nella
propria vita, almeno una volta, si saranno posti una domanda: "andiamo a
vivere in città o in campagna?"
In campagna la vita è sicuramente più salutare e a misura d'uomo, ma
in città le opportunità di lavoro sono
migliori, ci sono maggiori possibilità di relazioni, di conoscenze, di attività
ludiche e culturali e così la popolazione tende sempre più verso le città.
Anche se in Italia circa un terzo
delle persone vive ancora in campagna, la tendenza resta la stessa. Cosa
resterà allora dei tanti paesi da
cui provenivano i nostri nonni, agricoltori o artigiani?
Chi riesce
a industrializzarsi e
a creare attrattive per i giovani, spesso nelle aree limitrofe alle città,
sopravvive, altri diventano paesi
dormitorio, mentre gli altri sono destinati ad un progressivo spopolamento. Questo fenomeno, noto specialmente per le regioni
meridionali, è in realtà diffuso anche al nord. Sono decine i paesi ormai abbandonati o semi abbandonati.
Cosa fare
allora? Lasciare che questi borghi, spesso costruiti con secoli di fatiche e di
attenzioni verso l'ambente, seguano il loro destino? Forse qualcosa si può fare. Se è vero che tanta gente, spesso
giovane, si trasferisce verso le "zone calde" del pianeta, è anche
vero che ci sono tanti altri, che ricercano un po' di pace e tranquillità,
allontanandosi dalle selve urbane, sempre più sovraffollate e stressanti per riscoprire
il piacere della terra.
Ecco quindi che
c'è qualcuno che va alla ricerca
di paradisi nascosti, li acquista e li recupera per finalità turistiche. Uno dei casi più interessanti è
quello di un danese, Daniele
Kihlgren, che si è comprato un borgo, Santo Stefano di Sessanio, Matera, e ne ha fatto un albergo diffuso, ossia un albergo fatto dalle
vecchie dimore degli abitanti del luogo (www.sextantio.it).
La superficie acquistata è di 3500 mq e sono
state recuperate 50 stanze, botteghe d'artigianato, cantine e una locanda. Gli
abitanti stabili sono circa 120, una trentina le attività commerciali mentre
l'albergo conta circa 7.300 presenze l'anno. Per il recupero, gran parte delle
risorse provengono da istituti di credito, in parte da contributi pubblici a
fondo perduto, e una parte direttamente dalle tasche del sig. Kihlgren. Anche
se questo esempio ha fatto scuola, ci sono molti altri esempi in giro per
l'Italia, tanto che è nata un'associazione, l'associazione alberghi diffusi, che raccoglie tutte le iniziative
di questo genere dalle Alpi alla Sicilia, ma anche una scuola internazionale di specializzazione in
albergo diffuso (SISAD) che cerca di aiutare i Proprietari immobiliari, le Imprese
gestrici e gli Enti locali a iniziare questo tipo di attività fornendo tutto il
supporto didattico e informativo.
Consideriamo
anche l’idea sviluppata in Sicilia, a Gangi (Pa), piccolo comune delle Madonie,
considerato fra i 200 borghi più belli d’Italia.
Sviluppano
un’idea anti crisi e anti crolli: Le case vengono regalate.
Il Comune ha
deciso di regalare le vecchie abitazioni del centro storico. Con
l’iniziativa di cedere gratuitamente immobili vetusti del centro storico da
ristrutturare e utilizzare
per finalità turistico -ricettive o abitative. L’ente pubblico fa da tramite
fra i cittadini disponibili a cedere gratuitamente gli immobili, abitazioni del
centro storico cadenti che avrebbero messo a rischio l’incolumità pubblica per
poi metterli a disposizione di chi fa pervenire richiesta ai nostri uffici. Ad
occuparsi della transazione è un’agenzia immobiliare locale, chi sarà scelto
avrà l’obbligo, pena la decadenza, di stipulare l’atto pubblico di acquisto
della casa, sostenendo solo le
spese del rogito notarile e d’ufficio e procedere alla ristrutturazione e al
recupero entro due anni.
Riqualificando
il centro storico, facendo girare un’economia e attraendo, cosi, il turismo.
Questa è
un’idea tra le tante.
Ma ci sono
amministrazioni attente alla promozione del loro territorio e ce ne sono altre
che invece non rispondono alle attenzioni di possibili investitori che
potrebbero convogliare importanti risorse. Specie nel sud, molte
amministrazioni si mostrano, poco attente, sospettose, forse invidiose della
riscoperta dei loro tesori naturalistici e non rilasciano informazioni,
autorizzazioni, dati, scoraggiando iniziative da parte di potenziali
interessati.
Speriamo, allora, che sempre più amministrazioni si appoggino ad
organizzazioni come il "I Borghi più belli d'Italia" o a
professionisti, enti, società che si occupano di riqualificazione territoriale per incontrare persone
competenti per la rivalutazione delle aree.
“C’E’ BISOGNO DI GENTE INNAMORATA DI UNA TERRA GENEROSA E MALEDETTA. C'E’ LA NECESSITA’ DI RIPORTARE A GALLA LE IMMENSE ENERGIE COLPEVOLMENTE TENUTE CON LA TESTA SOTT’ACQUA! C’E’ BISOGNO DI GUARDARE A CHI E’ RIMASTO INDIETRO”.
“C’E’ BISOGNO DI GENTE INNAMORATA DI UNA TERRA GENEROSA E MALEDETTA. C'E’ LA NECESSITA’ DI RIPORTARE A GALLA LE IMMENSE ENERGIE COLPEVOLMENTE TENUTE CON LA TESTA SOTT’ACQUA! C’E’ BISOGNO DI GUARDARE A CHI E’ RIMASTO INDIETRO”.
L'UNIONE FA LA FORZA - Enzo Rigoli -
Prima di
tutto tutta la mia fiducia nel lavoro di questo Gruppo ed, in particolare, nei
componenti più giovani (fortunatamente sono la maggioranza) che, con grande
entusiasmo, lo sostengono con un impegno costante e disinteressato.
E' proprio credendo in loro e a quanto "bene", anche per la nostra amata Ucria, può uscire proprio da
loro che ho deciso di collaborare con il Gruppo e, nonostante la distanza "fisica", contribuire anche io con idee e qualche
scritto.
Essendo il giornalino un ulteriore lancio delle nostre
iniziative permettetemi di ricordare un episodio che credo può aiutarci a
riflettere.
Proprio la sera
del 2 novembre, nel momento di silenzio davanti alla tomba di Ranieri, mi è
tornata in mente una delle volte che ebbi occasione di parlarci.
Dopo la prima parte delle vacanze estive, arrivavo, con la mia famiglia, in Sicilia
dalla Sardegna.
La nave era partita da Cagliari per Palermo e mi
accingevo a una lunga nottata di veglia (difficilmente ancora oggi mi
addormento quando viaggio).
Mentre vagavo fra i ponti, ormai rassegnato al
lentissimo passare delle ore, scorgo,
seduti in un angolo, Iole e Ranieri
Nicolai.
Fui sorpreso
ed entusiasta.
Tornavano da soli in Sicilia dopo essere stati per
qualche settimana a casa dei nonni sardi in provincia di Sassari in quel
meraviglioso paese che ha dato i natali al loro papà, dove, fra l'altro, si produce un ottimo Filu Ferru.
Nonostante i molti anni di età che ci separavano mi
avevano sempre colpito, quei due.
Sembrava che si completassero a vicenda: lei
con una chiacchiera pronta e vivace, lui più riflessivo e concreto.
Una cosa era certa mai un fratello e una sorella
potevano essere più in sintonia.
Parlammo per delle ore.
Parlammo dei
loro sogni, della loro religiosità, della gente che conoscevamo e delle qualità
di ogni loro amico ucriese e, anche, della bontà della cucina sarda ed in
particolare delle ....... seadas.
Ma principalmente parlammo di Ucria.
Ranieri in particolare mi entusiasmò.
Credeva che
attraverso l'impegno suo, della sorella e dei suoi amici si potesse
"scuotere" il nostro Paese e mi elencò una notevole quantità di idee:
un gruppo parrocchiale, il teatro, gite organizzate, incontri con gli anziani,
un presepe vivente ed infine un giornalino da far uscire più spesso possibile
dove la gente poteva esprimersi, colloquiare e proporre.
Quando dopo qualche settimana mi cercò e mi propose di
scrivere qualcosa sulla festa del santo Patrono lo feci con entusiasmo. Lo
stesso entusiasmo che vedevo nei suoi occhi ed in quello dei suoi amici.
Conservo ancora quell'articolo e la copia di quel
giornalino.
Quel ragazzo riusciva ad essere leader senza saperlo e
riusciva a trascinare chi gli stava accanto.
Ero certo
che avrebbe fatto grandi cose nella vita e per Ucria.
Non è stato possibile, Qualcuno ha voluto chiamarlo a
se molto presto.
Ma Ranieri
ha lasciato una traccia.
Oggi i ragazzi di questo gruppo l'hanno ritrovata e
sapranno realizzare tante di quelle cose. Sapranno inventarne di nuove e
potranno rendere migliore la qualità della loro amicizia e della gente che li
circonda.
Un benvenuto quindi al Gruppo e a questo giornalino e
grazie a chi ha avuto l'intuizione di chiamarlo allo stesso modo di quello che
Ranieri aveva sognato.
Sono certo
che l'Unione di tanti potrà dare grandi frutti ....
Messaggio utile a tutti noi: Ucriesi di buona volontà.
Solo l'unione delle forze può far crescere,
realizzare progetti, arricchire le persone, costruire il futuro.
Mi auguro che il Gruppo testimoni tutto questo alla nostra gente e faccia capire che Ucria ha un futuro se tutte le forze tirano "insieme" per il bene di ognuno.
Mi auguro che il Gruppo testimoni tutto questo alla nostra gente e faccia capire che Ucria ha un futuro se tutte le forze tirano "insieme" per il bene di ognuno.
PUESIA: A TERRA MIA Poesia che ha partecipato al “Concorso Nazionale Francesco Pinzone 2014” Antonina Maria Orifici
U junciuta
C curiusa
R rispittusa
I intricanti
A amurusa
Ucria parola che mi incantu
Pupulazione junciuta, curiusa,
rispittusa, intricanti, amurusa.
Quantu si bedda Ucria
Chi splenduri chi si
Tu sì u paisi unni nisciyu ia
Chi beddu panurama chi hai
u tua paesaggiu chi si vidi da
luntanu, assumighia
a tanti tappiti virdi
cu tanti macchi di culuri
luccicanti.
I tua muntagni sunu
rosseggianti
Quannu spunta u suli a matina e
bacia, tu si a terra mia.
Quannu furisteri venunu da
luntanu nta l’estate pi ti vidiri,
terra d’amuri, d’incantu e di biddizza
ricca di luci,
di gioia e di vita.
Ogni core surride a cu vivi nta
stu paisi.
Io ti ringraziu o Signuri da
Pietà, pirchì mi dasti stu paisi
E viverci pi tutta a vita.
Paisi miu ti vogghio bene e nun
ti cangiu cu nuddu o cu n’autru paisi.
POESIA: LA TERRA MIA
(TRADUZIONE)
U unita
C curiosa
R rispettosa
I intricante
A amorosa
Ucria parola che mi incanta.
Popolazione unita, curiosa,
rispettosa, intricante, amorosa.
Quanto sei bella Ucria, che
splendore che sei.
Tu sei il paese dove sono nata.
Che bel panorama che hai;
il tuo paesaggio che si vede da
lontano,
assomiglia a tanti tappeti
verdi,
con tante macchie di colori
luccicanti.
Le tue montagne sono
rosseggianti
quando spunta il sole la
mattina e li bacia.
Tu sei la terra mia!
Quanti forestieri vengono da
lontano nell’estate per vederti;
terra d’amore, d’incanto e di
bellezza
ricca di luci, di gioia e di
vita.
Ogni cuore sorride a chi vive in questo paese.
Io ti ringrazio Signore della
Pietà, perché mi hai donato
Questo paese e viverci per tutta
la vita.
Paese mio ti voglio tanto bene
e non ti cambio con nessuno
O con nessun altro paese.
NORME DI COMPORTAMENTO E PROCEDURE DA SEGUIRE IN CASO DI EVENTO SISMICO Associazione Rangers International – Delegazione di Ucria (Me)
Il terremoto, un avvenimento che può
stravolgere la vita: la paura, il panico, il timore, la speranza, l’incertezza
del futuro, scatenato emozioni così forti che irrompono con prepotenza quando
la terra trema. Il terremoto che distrugge i nostri paesi, le nostre strade, le
nostre case, l’emergenza, la fuga precipitosa dagli edifici, la ricerca di
nuovi luoghi dove alloggiare. Sapendo che non è possibile prevedere la data
dell’evento, le indicazioni di questo breve articolo, sono tese a fornire
semplici norme e procedure per un comportamento opportuno, da attuare prima
come prevenzione, durante e dopo la prima scossa sismica.
I genitori,
con la preziosa collaborazione dei figli, dovrebbero predisporre un piano di
emergenza, dove accuratamente puntualizzano, i comportamenti da tenere in caso
di calamità, le zone dove trovare, un riparo più sicuro, il posizionamento
degli interruttori di sicurezza e . . . lo zaino di emergenza.
Il “gruppo
famiglia” dovrebbe effettuare qualche simulazione, coinvolgendo anche i bambini
più piccoli, ponendo loro le prove sotto forma di gioco, affinché i gesti
diventano dinamici ed automatici.
Prima del terremoto – Prevenzione
- Informarsi
dove si trovano e come si chiudono i rubinetti generali del gas,
dell’acqua e gli interruttori della luce: gli impianti potrebbero subire
danni durante le scosse;
- Evitare
di posizionare oggetti pesanti sulle mensole o sugli scaffali molto alti:
fissare al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero caderci addosso;
- Tenere
in casa una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica o una
lampada di emergenza, una radio a pile, un estintore ed assicurarsi che
siano facilmente raggiungibili e che tutta la famiglia sappia dove sono
riposti;
- Conoscere
i punti più pericolosi di ogni stanza e valutare le vie di fuga specie
della camera da letto;
- Disporre
in una cassetta d’attrezzi per piccole riparazioni, allocarla in un luogo
sicuro e facilmente raggiungibile;
- A
scuola o a lavoro, informarsi se è stato predisposto un piano di
emergenza: seguendo le istruzioni è possibile collaborare alla gestione
dell’emergenza.
Durante il terremoto
- Cercare
di mantenere la calma e non farsi prendere dal panico: rassicurare le
persone che ne hanno bisogno;
- Sostare
nei posti maggiormente sicuri, come architravi, muri portanti, angoli di
parete che costituiscono un ottima protezione durante i crolli;
- Ripararsi
sotto un tavolo e ricordarsi che è pericolo stare vicino ai mobili,
oggetti pesanti, poiché potrebbero caderci addosso;
- Ripararsi
nelle zone su dette in posizione distesa o inginocchiata, coprendosi il
capo con un cuscino o altro materiale morbido;
- Non
uscire di casa a meno che non si abiti al piano terra, per non rischiare
di rimanere bloccati lungo le scale, e non usare per nessun motivo
l’ascensore;
- Chiamare
i soccorsi segnalando eventuali persone infortunate;
- Aprire
porte e finestre con prudenza, poiché potrebbero crollare;
- In
auto, attenzione a non fermarsi in prossimità di ponti, di terreni franosi
o di spiagge: potrebbero crollare o essere investiti da onde anomale;
- Una
volta terminata la scossa, uscire dall’edificio solo in caso di reale
pericolo facendo attenzione all’uscita per il pericolo di caduta di tegole
calcinacci insegne ecc. ecc.
- Una
volta all’esterno tenersi in spazi aperti, lontano dagli edifici evitare
di transitare al di sotto di ponti, gallerie e strutture sovra elevate;
- Tenere
conto della eventualità del verificarsi di possibili scosse di
assestamento;
- Prestare
la massima attenzione degli annunci diramati via radio, televisioni o
direttamente dai soccorritori locali.
Dopo il terremoto
- Assicurarsi
di stare bene e di avere energie per aiutare gli altri, collaborando con i
soccorritori;
- Non
cercare di muovere le persone gravemente ferite, per non arrecare
ulteriori danni;
- In
strada, fare molta attenzione a calcinacci e vetri rotti;
- Portarsi
al sicuro da edifici e da strutture pericolanti
- Non
avvicinarsi ad impianti industriali o linee elettriche poiché potrebbero
cadere;
- Evitare
di curiosare andando in giro piuttosto, raggiungere le aree di attesa
individuate dai piani di emergenza del comune;
- Evitare
di usare il telefono e l’automobile: necessario lasciare le linee telefoniche
e le strade libere.
Ricordarsi che anche il comportamento poco attento del
singolo può, nel corso di una emergenza, risultare determinante per creare una
situazione di estremo pericolo sia per se stesso ma anche per chi assolve alle
impagabili funzioni di soccorso.
GRAZIE A TUTTI! - Rosaria Lucia Nici -
GRAZIE A TUTTI!
- Rosaria Lucia
Nici -
Cari soci, cari amici, Ciao.
Come promesso , eccomi qui. E’ con immensa gioia che
scrivo, per dirvi che sono stata contentissima per essere stata a voi gradita
(anche se non sono più una giovane) nella vostra splendida associazione
culturale. Grazie! Grazie a tutti di
vero cuore!
Ho partecipato più di volte alle vostre interessanti riunioni ed ho avuto il piacere, così, di
conoscere quasi tutti i componenti del gruppo: Giovani fantastici
tutti con la voglia di fare, di
cambiare.
Tutti con la voglia, sull’esempio del giovane Ranieri, di
“Esserci per fare”. Ed a proposito di quest’ultimo argomento che
voglio dedicare a tutti voi, a tutti noi la
bellissima poesia del poeta Pablo Neruda “E’ Proibito”, con la speranza che, la stessa, sia di ispirazione al nostro pensare e al nostro operare, ora e sempre.
Cari Amici, nell’augurare un buon lavoro a tutti, colgo l’occasione per
porgervi cordiali saluti.
È PROEBITO
di Pablo Neruda
È proibito
piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.
È proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere, per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.
È proibito non dimostrare il tuo amore,
fare pagare agli altri i tuoi malumori.
È proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.
È proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.
È proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perché le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.
È proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.
È proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che ciò che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo può togliere.
È proibito non cercare la tua felicità,
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.
non sentire che, senza di te,
piangere senza imparare,
svegliarti la mattina senza sapere che fare
avere paura dei tuoi ricordi.
È proibito non sorridere ai problemi,
non lottare per quello in cui credi
e desistere, per paura.
Non cercare di trasformare i tuoi sogni in realtà.
È proibito non dimostrare il tuo amore,
fare pagare agli altri i tuoi malumori.
È proibito abbandonare i tuoi amici,
non cercare di comprendere coloro che ti stanno accanto
e chiamarli solo quando ne hai bisogno.
È proibito non essere te stesso davanti alla gente,
fingere davanti alle persone che non ti interessano,
essere gentile solo con chi si ricorda di te,
dimenticare tutti coloro che ti amano.
È proibito non fare le cose per te stesso,
avere paura della vita e dei suoi compromessi,
non vivere ogni giorno come se fosse il tuo ultimo respiro.
È proibito sentire la mancanza di qualcuno senza gioire,
dimenticare i suoi occhi e le sue risate
solo perché le vostre strade hanno smesso di abbracciarsi.
Dimenticare il passato e farlo scontare al presente.
È proibito non cercare di comprendere le persone,
pensare che le loro vite valgono meno della tua,
non credere che ciascuno tiene il proprio cammino
nelle proprie mani.
È proibito non creare la tua storia,
non avere neanche un momento per la gente che ha bisogno di te,
non comprendere che ciò che la vita ti dona,
allo stesso modo te lo può togliere.
È proibito non cercare la tua felicità,
non vivere la tua vita pensando positivo,
non pensare che possiamo solo migliorare,
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo stesso.
non sentire che, senza di te,
questo mondo non sarebbe lo
stesso.
INFORMAZIONI UTILI:
Credo sia
un’ottima opportunità di rilancio dell’economia del paese di Ucria.
**DOMANDE ENTRO IL 20 DICEMBRE 2014**
ATTIVIAMOCI!!
v Incontri Albergo Diffuso Nebrodi. Ecco alcuni link utili:
Chiunque voglia partecipare all’iniziativa si informi nella sede comunale, entro il 31 dicembre 2014.
TENIAMOCI INFORMATI!
v Nella Chiesa di Maria Vergine, in piazza P. Bernardino, tutte le domeniche restauro a porte aperte della tela della Madonna del Monte del Carmelo.
Grazie al contributo della comunità ucriese e dei “nostri” emigrati in Australia, i lavori si stanno svolgendo dalla restauratrice Maria Grazia Murabito.
“PRENDIAMOCI CURA DEI NOSTRI MONUMENTI”.
ANGOLO DELLA GASTRONOMIA IL PORCINO - Marco Ferro -
Ho scelto di
approfondire questo angolo poiché la gastronomia, i prodotti tipici e le
specialità culinarie del nostro paese solleticano ormai ogni occasione il
nostro interesse e la nostra curiosità (e magari oltre le nostre conoscenze
accrescono il nostro giro vita).
Ad Ucria,
nel mese scorso, si è tenuta la XIX edizione della sagra dei funghi e restando
in tema ,in questa seconda uscita del giornalino, ho deciso di trattare
l’aspetto gastronomico del fungo, soprattutto del porcino (il fungo per
eccellenza).
I porcini
sono nel territorio di Ucria delle “rarità” a portata di mano. Ricco di acqua,
di boschi, rovereti e castagneti, basta arrampicarsi lungo i pendii che
lambiscono le strade di facile accesso per avere l’opportunità di portare a
casa un bottino prezioso. Il porcino è il fungo più conosciuto ed apprezzato
tra i funghi commestibili, molto facile da riconoscere grazie alle evidenti
caratteristiche familiari un po’ a tutti che rendono quasi superflua la sua
descrizione. Inoltre, il porcino, nella zona dei Nebrodi, è il fungo più
ricercato per il suo aroma inebriante e perché dotato di una carne molto
compatta e quindi di ottima resa; dura, bianca, non colorata sotto la cuticola
del cappello. Odore molto grato, intenso ed aromatico, specialmente dopo
cottura; Adatto all’essiccazione dopo essere stato tagliato a fette e si presta
molto bene alla conservazione sia in surgelatore che sott’olio.
RICETTE
Un classico
della cucina autunnale è rappresentato dalle tagliatelle ai funghi porcini.
INGREDIENTI
(X 4 persone):
- 400 gr di
tagliatelle all’uovo;
- 500 gr di
funghi porcini;
- mentuccia;
- prezzemolo;
- olio;
aglio; sale e pepe.
TEMPO DI PREPARAZIONE:
20 MINUTI.
DIFFICOLTA’: FACILE.
PROCEDIMENTO:
11)
Pulire i funghi porcini, tagliando la parte finale del
gambo generalmente ricoperta da molta terra. Sarebbe preferibile non
sciacquarli con l’acqua, dato che il fungo l’assorbe e utilizzare solo un
pennellino per togliere il terriccio residuo. In alternativa potete utilizzare
un panno umido;
22)
Fate soffriggere una testa d’aglio in abbondante olio,
quindi una volta dorato toglietelo e aggiungete i funghi tagliati a pezzetti
non troppo piccoli.
33)
Fateli cuocere per circa una quindicina di minuti. Alla
fine salate e pepate. Se di gusto potete aggiungere durante la cottura anche
della mentuccia fresca da non confondere con la menta romana;
44)
Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua salata,
scolatele a cottura e ripassatele nel tegame dove avete saltato i funghi. Fate
attenzione a conservare un bicchiere di acqua di cottura della pasta;
55)
La pasta all’uovo assorbe moltissimo liquido e le vostre
tagliatelle rischierebbero di diventare troppo asciutte. Per evitare ciò,mentre
le amalgamate ai funghi, aggiungete poco alla volta dell’acqua fino ad ottenere
la giusta cremosità;
66)
Impiattare e completare il piatto cospargendo con del
prezzemolo fresco tritato.
LA “NASCITA” DELLA CASERMA AD UCRIA – ARCHITETTURA DEL PRIMO NOVECENTO - Achille Baratta -
Il 31 marzo
1899, venerdì Santo, nella Chiesa della Madonna del Rosario,
per futili motivi, scoppiò una lite, tra la sorella del sacerdote Giuseppe
Minissale, e la signora Carmela Vinciullo, moglie del contadino Filippo
Murabito (detto Nasca).
Tutto nacque perché la nobildonna si offese perché la
signora Murabito di sedette davanti a lei, trovando una sedia libera, per
assistere alla celebrazione della Santa Messa, poiché era vietato in quanto in
Chiesa, i posti davanti all’altare maggiore erano riservati ai nobili.
La nobildonna Minissale, schiaffeggiò ed insultò
pesantemente con parole ingiuriose la contadina.
I civili, vedendo questo gesto lo reputarono oltraggioso
alla loro classe sociale e il giorno di Pasqua, (cadeva il 02-04-1899), si organizzarono; invitarono il contadino
Murabito nell’abitazione di Paolo Gullotti, sita in piazza Roma, e lo
percossero a sangue.
Ma questo fatto brutale, provocò l’indignazione del
popolo, e, la sera stessa, si recarono al circolo del “nobili”, attaccando con
una fitta sassaiola che durò vari giorni.
Per sedare la lite non bastò neanche la venuta dei
carabinieri della stazione di Raccuja (ad Ucria non era ancora stata
istituita).
A seguito
della lite, sempre nell’anno 1899, nel palazzo del signor Baratta, in via
Castello, si istituì il Comando Stazione Carabinieri di Ucria, con un numero di
militanti che si aggirava tra i 4-5 elementi, comandati da un sottoufficiale.
US UCRIESE: UNA PASSIONE DA VIVERE - US UCRIESE – Enzo Allia –
Come oramai capita da quarant’anni a questa parte, ogni domenica o
sabato che sia, tutto il paese si raccoglie attorno a due unici colori, il
giallo e il rosso di una squadra di calcio, l’Us Ucriese, che fa gioire,
appassionare e soffrire. Anche quest’anno,nonostante enormi difficoltà, un
gruppo di ragazzi capitanato dal Presidente Domenico Cugno hanno voluto dare
continuità a questa realtà sportiva che solo pochi mesi fa era sul baratro
della radiazione dal campionato. Nuovi dirigenti e alcuni già in carica, hanno
voluto crederci e rilanciare un progetto incentrato su ciò che per loro è una
ragione di vita, su ciò che provoca tensioni ed emozioni come poche altre cose
al mondo sanno dare: il calcio. Un calcio fatto di valori, di amicizia e di
impegno nel sociale, come dimostra anche il lavoro svolto in questi mesi per
migliorare l’impianto sportivo di Ucria. Difatti lo stesso gruppo di ragazzi e
qualche provvidenziale sponsor si sono incontrati in dure giornate lavorative
per ampliare l’area tecnica del campo di gioco e ristrutturare parzialmente gli
spogliatoi.
Coloro che più hanno creduto in questo nuovo progetto sono proprio i
giocatori che scendono in campo, desiderosi di spendersi per la causa
giallorossa. Sin dalla fine della scorsa stagione sono rimasti uniti e hanno
legato con i ragazzi che sono giunti in squadra successivamente. Mister Chiofalo si è ritrovato al suo
fianco uno dei pilastri del Sinagra Calcio, Simone Bonfiglio, che lo
sostituisce nei suoi periodi di assenza e che dalla Promozione si è accasato
qui per seguire i ragazzi in tutta la fase di preparazione e non solo. Sono
proprio i ragazzi che insegnano cosa vuol dire integrazione e aggregazione
sociale tra due paesi, Ucria e Sinagra che fino a qualche anno fa erano
separati da inutili muri ideologici oggi
si ritrovano insieme a vivere questa entusiasmante avventura. Numerosi
giovani sono coinvolti in un’attività che certamente deve essere apprezzata ed
incoraggiata da tutti, considerato che questo nostro piccolo borgo non può
offrire molto di più quanto a occasioni di incontro e discussione.
Per tutte
queste ragioni, un sostegno ancora più grande si chiede proprio in quello che è
l’anno in cui ricorre il quarantesimo anniversario della fondazione dell’Unione
Sportiva Ucriese. Un evento simpaticamente celebrato prima dell’inizio del
campionato e che offrirà ancora modo di stare insieme nel periodo natalizio,
occasione in cui i dirigenti hanno già pensato ad una sorpresa unica per i
propri tifosi.
Non bisogna dimenticare, però, che l’Us
Ucriese vive di partite ed è alle prese con il duro impegno del girone D
del Campionato di Seconda Categoria. L’inizio di campionato è stato abbastanza
altalenante: una vittoria, due pareggi e due sconfitte sono il bottino dei
giallorossi ma, nonostante questi risultati, si è visto un gruppo solido che ha
mostrato sprazzi di ottimo gioco e un’idea di calcio invidiabile persino da
formazioni di più alto livello. L’immediato futuro è incerto, diversi infortuni
e squalifiche mettono a dura prova la rosa dell’allenatore ma vedere durante la
settimana ventidue ragazzi che non si risparmiano per dimostrare il loro
effettivo valore, incoraggia e avvalora il forte impegno assunto dalla
dirigenza ad inizio anno. La nuova Ucriese è nata per far divertire
divertendosi, ed è questo il motto principale di tutta la società che spera
vivamente di dare tante soddisfazione ai propri tifosi e raggiungere ottimi
traguardi.
ANGOLO DELLE INTERVISTE, CURIOSITA’ E CREDENZE POPOLARI - Doriana Rigoli – Lorenza Marchese – Sonia Manitta – Marica Algeri –
Ciao a tutti. Siamo Doriana, Lorenza, Sonia e Marica e facciamo parte del Gruppo
Culturale Ucriese “Ranieri Nicolai”. Anche noi stiamo lavorando alla
realizzazione del nostro Giornalino e ci occuperemo delle interviste, delle
curiosità e credenze popolari del nostro Paese.
Per iniziare vi raccontiamo una
leggenda ucriese intitolata: “ IL
PIRCANTE FOLLETTO”.
LA BELLEZZA DI UN GESTO - Melania Frontino –
A volte, si vengono a creare delle situazioni
particolari, in cui non si vorrebbe smettere di parlare, ma proprio nell’esatto
momento in cui cerchiamo di dire qualcosa, che crediamo essere giusto, le
parole per incanto vengono meno, ed è proprio in questa circostanza che si
preferisce tacere.
È arduo pensare di affidare al silenzio, l’impresa di far
percepire una sensibilità, che, timidamente si cerca di velare dietro ad
un’omissione, ma il più delle volte è la scelta che decidiamo di prendere,
forse perché il silenzio ha una forza così dirompente da riuscire a far capire
nonostante tutto.
È strano notare come nelle difficoltà della pronuncia, la luce di una candela, il profumo di un
mazzo di fiore e il rumore di sospiri trattenuti, inaspettatamente riescano
a dire molto più di mille parole, unendoci dolcemente a te Ranieri.
Per cui credo che si viva non solo di parole ma anche di
silenzi e di gesti; certo è difficile riuscire a capire gli altri, nonostante
le parole questo forse sempre possibile, si eviterebbero inutili e sterili
discussioni che il più delle volte portano solo al nulla.
Quindi nell’eventualità che per un misterioso gioco di
fattori, non si riesca a proferir parola, rimane solo da osservare e agire con
grande semplicità, affinché la bellezza di un gesto nonostante il silenzio,
trovi la sua manifestazione.
In fondo la
sensibilità tacita o espressa che sia, comunque ci unisce empaticamente gli uni
agli altri.
UCRIA, PARCHEGGI E STRADE DELLA DISTRUZIONE DI UN’IDENTITÀ. - Salvatore Lo Presti -
Ho scelto di affrontare questo argomento perché il problema delle strade e dei parcheggi ad Ucria, per molta gente, viene considerato come uno dei problemi più importanti. Visto e considerato il fatto che per fare uno studio o anche solo un ragionamento sull’intero territorio comunale, ci vorrebbero una quantità di informazioni e conoscenze, e quindi di tempo a disposizione per cercarle, molto lungo, in questo articolo ragionerò su questo problema soltanto all’interno del nostro centro abitato.
Personalmente, considero anche io
il numero di parcheggi e le vie di collegamento importanti. Ma
contestualizzando il ragionamento sul centro abitato di Ucria, riflettendoci,
ogni qual volta è stata fatta una modifica al tessuto urbano in ragione della
costruzione di una strada o di un parcheggio si è sempre distrutto un pezzo di
storia del paese, o lo si è modificato irrimediabilmente, e come se non
bastasse, sempre peggiorando l’aspetto, e mai migliorandolo.
Vado di seguito a spiegare la
ragione delle mie affermazioni, con degli esempi che spero possano ben rendere
l’idea di ciò che intendo dire:
Il primo esempio è quello che si
riferisce alle mutazioni che ha subito la Piazza Padre Bernardino nell’ultimo secolo.
La piazza ha subito la prima mutazione
nell’anno 1922 dove si è eliminata un grande abbeveratoio (considerato ormai
superfluo), che era li situato da tempo immemore e che serviva per abbeverare
le numerosissime bestie della zona, ed in seguito venne modificata nel 1963 c. per sopperire all’esigenza di
parcheggi.
Resosi conto della follia fatta,
si è cercato di rimediare arrivando alla configurazione attuale (più o meno
corretta secondo la mia personale opinione) portata a termine durante
l’amministrazione Algeri (2008-2013),
ma cominciata durante l’amministrazione Di
Stefano (1998-2003).
Altro esempio di modifica (distruzione)
di una parte dell’identità del nostro paese, è quello dovuto alla costruzione
della Circonvallazione (mai terminata) cominciata nel 1935, per la cui
costruzione è stato distrutto definitivamente il favoloso ed importantissimo Convento del Rosario (una parte dello
stesso era stato distrutto con la costruzione della parte nuova del cimitero).
Un altro puzzle importante del
mio ragionamento è dovuto anche al passaggio della SS116 Randazzo-Capo D’Orlando all’interno del centro urbano, che ha
portato alla sostituzione del basolato originario (tra il 1920 e il 1930) in
favore dell’odierno manto stradale e alla sostituzione dell’antico e
caratteristico muretto con gli attuali parapetti in ferro e numerosi belvedere.
In fine come ultimo esempio, ma
non ultimo come importanza, porto quello relativo alla totale distruzione della
Torre Saracena (una delle 2 che
erano situate all’interno del territorio comunale di Ucria), sita alla
periferia del centro urbano, nelle immediate adiacenze della «Piazza
Rimembranza, dovuta alla costruzione della SS116
Randazzo-Capo D’Orlando (strada che
raggiunge Ucria nel 1899 e che viene aperta
al transito soltanto nel 1908, completata però di allargamenti e manto
d’asfalto soltanto nel 1962) e della SP136
Patti-Ucria (raggiunge Ucria nel
1899, ma l’ultimo breve tratto di strada dalla località «Valle» alla località
«Dietro la Torre »
per molto tempo rimase chiuso e fu aperto al traffico soltanto nel 1922, epoca
in cui si sono finalmente unite la strada provinciale con quella nazionale, ma
è stata completata di manto asfaltato soltanto nel 1962). L’ultimazione di
quest’ultima (SP136) slittò anche a causa della presenza dei resti della
suddetta torre.
Questa serie di eventi/calamità
hanno portato alla distruzione, quale più quale meno, di un pezzo della storia,
e quindi dell’identità stessa, di Ucria. Ovviamente non intendo dire
assolutamente che tutte queste scelte siano state sbagliate o che siano state
tutte prive di ogni senso, perché cambiando i tempi, cambiano anche le esigenze
della popolazione, ma, siamo sicuri che
tutto quello che è stato fatto sia corretto? o che era l’unica soluzione? o che
delle tante soluzioni che potevano essere scelte, sia stata presa sempre la
migliore? Io non lo so, ma a mio parere in alcuni casi no, la soluzione
presa non è stata la migliore, anzi è stata un vero e proprio disastro. Tutto
per colpa della necessità di nuove strade, indispensabili per il collegamento
del nostro paese con i paesi limitrofi e non, e di parcheggi, a mio parere non
sempre necessari visto che la maggior parte delle sere molti parcheggi restano
inutilizzati, e gli unici punti del paese dove c’è un gran numero di macchine
sono in prossimità dei bar, mettendo le
vetture anche in modo non corretto per il normale codice della strada, solo ed
esclusivamente per non fare quei famosi 100 m che permetterebbero di mettere la
macchina nel parcheggio e di non occupare parti di carreggiata che sono invece
non addette alla mansione di parcheggio.
Secondo me, quello che si
potrebbe fare per recuperare un minimo l’identità e risolvere il problema dei
parcheggi all’interno del centro abitato sarebbe:
1) ripristinare l’antico basolato
lungo la via Padre Bernardino, all’interno del centro storico;
2) ultimare la circonvallazione
così da eliminare i mezzi pesanti all’interno del nostro centro abitato;
3) realizzare un
parcheggio/autorimessa a valle della via Padre Bernardino all’altezza dove oggi
è situata la guardia medica.
Ricordo inoltre che la maggior
parte del nostro centro urbano è considerato Centro Storico e quindi è un
condensato di cultura delle generazioni passate che non DEVE e non può essere distrutto, ma che anzi deve essere
salvaguardato e protetto proprio per poter noi, e le generazioni future poter
studiare e imparare metodi costruttivi, gli stili di vita e tutto quello che
concerne le usanze e le tradizioni del passato, che per quanto riguarda il
nostro comune è glorioso e più che millenario.
Per questo, invito voi lettori miei
concittadini a riflettere quindi, non solo sui problemi relativi all’argomento
da me brevemente trattato, ma anche alle ipotetiche soluzioni, perché Ucria è
bella anche oggi, ma poteva esserlo molto di più senza alcune scelte sciagurate
passate, ma soprattutto la mia speranza è che non diventi ancora peggio a causa
di future decisioni errate.
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