Benessere della montagna che dipende la
sopravvivenza della campagna.
Progetto di valorizzazione e di sviluppo ecosostenibile
per un comprensorio montano a
vocazione turistica, realizzato in riferimento all’impatto ambientale, all’inquinamento, al consumo
energetico, alla conservazione
delle tradizioni locali, alla
promozione di un turismo eco - culturale, agricolo
gastronomico, e paesaggistico - sportivo.
Tutti nella
propria vita, almeno una volta, si saranno posti una domanda: "andiamo a
vivere in città o in campagna?"
In campagna la vita è sicuramente più salutare e a misura d'uomo, ma
in città le opportunità di lavoro sono
migliori, ci sono maggiori possibilità di relazioni, di conoscenze, di attività
ludiche e culturali e così la popolazione tende sempre più verso le città.
Anche se in Italia circa un terzo
delle persone vive ancora in campagna, la tendenza resta la stessa. Cosa
resterà allora dei tanti paesi da
cui provenivano i nostri nonni, agricoltori o artigiani?
Chi riesce
a industrializzarsi e
a creare attrattive per i giovani, spesso nelle aree limitrofe alle città,
sopravvive, altri diventano paesi
dormitorio, mentre gli altri sono destinati ad un progressivo spopolamento. Questo fenomeno, noto specialmente per le regioni
meridionali, è in realtà diffuso anche al nord. Sono decine i paesi ormai abbandonati o semi abbandonati.
Cosa fare
allora? Lasciare che questi borghi, spesso costruiti con secoli di fatiche e di
attenzioni verso l'ambente, seguano il loro destino? Forse qualcosa si può fare. Se è vero che tanta gente, spesso
giovane, si trasferisce verso le "zone calde" del pianeta, è anche
vero che ci sono tanti altri, che ricercano un po' di pace e tranquillità,
allontanandosi dalle selve urbane, sempre più sovraffollate e stressanti per riscoprire
il piacere della terra.
Ecco quindi che
c'è qualcuno che va alla ricerca
di paradisi nascosti, li acquista e li recupera per finalità turistiche. Uno dei casi più interessanti è
quello di un danese, Daniele
Kihlgren, che si è comprato un borgo, Santo Stefano di Sessanio, Matera, e ne ha fatto un albergo diffuso, ossia un albergo fatto dalle
vecchie dimore degli abitanti del luogo (www.sextantio.it).
La superficie acquistata è di 3500 mq e sono
state recuperate 50 stanze, botteghe d'artigianato, cantine e una locanda. Gli
abitanti stabili sono circa 120, una trentina le attività commerciali mentre
l'albergo conta circa 7.300 presenze l'anno. Per il recupero, gran parte delle
risorse provengono da istituti di credito, in parte da contributi pubblici a
fondo perduto, e una parte direttamente dalle tasche del sig. Kihlgren. Anche
se questo esempio ha fatto scuola, ci sono molti altri esempi in giro per
l'Italia, tanto che è nata un'associazione, l'associazione alberghi diffusi, che raccoglie tutte le iniziative
di questo genere dalle Alpi alla Sicilia, ma anche una scuola internazionale di specializzazione in
albergo diffuso (SISAD) che cerca di aiutare i Proprietari immobiliari, le Imprese
gestrici e gli Enti locali a iniziare questo tipo di attività fornendo tutto il
supporto didattico e informativo.
Consideriamo
anche l’idea sviluppata in Sicilia, a Gangi (Pa), piccolo comune delle Madonie,
considerato fra i 200 borghi più belli d’Italia.
Sviluppano
un’idea anti crisi e anti crolli: Le case vengono regalate.
Il Comune ha
deciso di regalare le vecchie abitazioni del centro storico. Con
l’iniziativa di cedere gratuitamente immobili vetusti del centro storico da
ristrutturare e utilizzare
per finalità turistico -ricettive o abitative. L’ente pubblico fa da tramite
fra i cittadini disponibili a cedere gratuitamente gli immobili, abitazioni del
centro storico cadenti che avrebbero messo a rischio l’incolumità pubblica per
poi metterli a disposizione di chi fa pervenire richiesta ai nostri uffici. Ad
occuparsi della transazione è un’agenzia immobiliare locale, chi sarà scelto
avrà l’obbligo, pena la decadenza, di stipulare l’atto pubblico di acquisto
della casa, sostenendo solo le
spese del rogito notarile e d’ufficio e procedere alla ristrutturazione e al
recupero entro due anni.
Riqualificando
il centro storico, facendo girare un’economia e attraendo, cosi, il turismo.
Questa è
un’idea tra le tante.
Ma ci sono
amministrazioni attente alla promozione del loro territorio e ce ne sono altre
che invece non rispondono alle attenzioni di possibili investitori che
potrebbero convogliare importanti risorse. Specie nel sud, molte
amministrazioni si mostrano, poco attente, sospettose, forse invidiose della
riscoperta dei loro tesori naturalistici e non rilasciano informazioni,
autorizzazioni, dati, scoraggiando iniziative da parte di potenziali
interessati.
Speriamo, allora, che sempre più amministrazioni si appoggino ad
organizzazioni come il "I Borghi più belli d'Italia" o a
professionisti, enti, società che si occupano di riqualificazione territoriale per incontrare persone
competenti per la rivalutazione delle aree.
“C’E’ BISOGNO DI GENTE INNAMORATA DI UNA TERRA GENEROSA E MALEDETTA. C'E’ LA NECESSITA’ DI RIPORTARE A GALLA LE IMMENSE ENERGIE COLPEVOLMENTE TENUTE CON LA TESTA SOTT’ACQUA! C’E’ BISOGNO DI GUARDARE A CHI E’ RIMASTO INDIETRO”.
“C’E’ BISOGNO DI GENTE INNAMORATA DI UNA TERRA GENEROSA E MALEDETTA. C'E’ LA NECESSITA’ DI RIPORTARE A GALLA LE IMMENSE ENERGIE COLPEVOLMENTE TENUTE CON LA TESTA SOTT’ACQUA! C’E’ BISOGNO DI GUARDARE A CHI E’ RIMASTO INDIETRO”.
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